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Giovedì, 28 Marzo 2024
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"Altri sguardi": la mostra fotografica realizzata con gli scatti dei richiedenti asilo

Ideata per la Giornata Mondiale del Rifugiato e aperta fino al 26 luglio, è realizzata da “Nuovi Cittadini” in collaborazione con il Comune. Nonino: “Una mostra che ci permette di guardare la realtà da quegli occhi, ricordandoci che se non rimarremo umani di fronte a questi nuovi sguardi, allora davvero ci potremo definire società malata”

Un’occasione per parlare dei milioni di persone che, in tutto il mondo, sono costrette a lasciare il proprio Paese a causa di guerre e persecuzioni politiche o religiose. Una mostra  fotografica ideata per celebrare la Giornata Mondiale del Rifugiato. Scatti realizzati dai richiedenti asilo ospitati a Udine all'interno dei sistemi Sprar. 

È “Altri sguardi”, la mostra fotografica ideata dall'associazione “Nuovi Cittadini Onlus” in collaborazione con il Comune di Udine e i Civici musei che sarà inaugurata venerdì 26 giugno alle 17.30 nella playroom di palazzo Giacomelli, sede del Museo Etnografico del Friuli.

“Un altro sguardo – spiega l'assessore comunale ai Diritti e Inclusione sociale, Antonella Nonino che ha presentato l'evento insieme con Rosanna Marini, presidente di “Nuovi Cittadini” e con don Pierluigi Di Piazza, presidente del Centro di accoglienza “Baducci” di Zugliano – , lo sguardo di uomini, donne, famiglie che nel corso dei mesi sono diventate l’alterità per eccellenza. Il diverso che ruba risorse o, nel migliore dei casi, fa ammalare una società che si crede sana. Questa mostra – prosegue – ci permette di guardare la realtà da quegli occhi, ricordandoci che se non rimarremo umani di fronte a questi nuovi sguardi, allora davvero ci potremo definire società malata. Ringrazio Nuovi Cittadini, nostro gestore Sprar – conclude –, per l’occasione di riflessione e per l’impegno costante sull’inclusione svolto a vantaggio di tutta la comunità”.

Per la realizzazione della mostra, gli enti attuatori dei progetti di accoglienza dei rifugiati del Friuli Venezia Giulia (Sprar - Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) hanno organizzato a Udine, Pordenone e Gorizia dei laboratori didattico-educativi tenuti dal fotografo Alberto Moretti sulle tecniche di fotografia per i richiedenti asilo presenti in quei territori che, con il proprio smartphone, hanno restituito una personale immagine del luogo di accoglienza. Il progetto ha coinvolto i richiedenti asilo ospitati a Pordenone, Udine e Gorizia e in ogni città è ora allestita una mostra parallela con i lavori. 

Simbolico anche l'uso del mezzo usato per scattare le foto, perché il cellulare è per questi migranti non solo un occhio con il quale interpretare il mondo in cui sono capitati, ma anche l’anello di una catena virtuale che li tiene legati al proprio passato, alla famiglia di origine e, quindi, anche l’unico veicolo per mantenere il contatto con gli affetti lontani.

Come hanno evidenziato i membri del Comitato a supporto del progetto, la fotografa Ulderica Da Pozzo, il critico d'arte Angelo Bertani, l'antropologa Roberta Altin, lo scrittore rifugiato Božidar Stanišić, l'artista Enzo Valentinuz e la giornalista Lara Boccalon, “le immagini in mostra riproducono una realtà interpretata in modo personale, nella quale la presenza umana non è quasi mai presente. Non ci sono, infatti, ritratti di persone, ma solo angoli, spesso inediti, delle città ospitanti, segno che non si è ancora superata la difficoltà d’incontrare la gente del posto. Un segno anche della solitudine di esistenze sradicate, che spesso non hanno ancora elaborato il lutto del distacco da una realtà che, divenuta ostile, li ha costretti a fuggire”.

Gli scorci e i particolari che emergono dalle fotografie diventano quindi un modo per affermare il proprio diritto di dire che “loro” ci sono, sono una presenza viva nelle nostre città, una presenza che chiede di essere riconosciuta con la dignità di chi vuole sentirsi accolto, e non percepito con la timorosa indifferenza che spesso li accompagna nel loro difficile cammino in un luogo nuovo, a volte ostile. In provincia di Udine il progetto è stato realizzato dall’Associazione Nuovi Cittadini onlus, dal Centro di accoglienza e promozione culturale “E. Balducci” e dalla Fondazione Casa dell’immacolata e condiviso fin dalla sua ideazione con gli altri enti che in regione gestiscono progetti di accoglienza dello SPRAR, nello specifico Carità diocesana onlus, CIR- Consiglio Italiano per i Rifugiati onlus, Fondazione Contavalle per la provincia di Gorizia, Nuovi Vicini onlus e Caritas diocesana per la provincia di Pordenone.

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