0m/ no place to hide
No place to hide è il titolo del libro di Glenn Greenwald, premio Pulitzer 2014, che indaga sul tema della libertà, della sicurezza, della democrazia, della privacy. 0M (zero maps) indica uno spazio non identificato da nessuna mappa geografica, uno spazio progettuale creativo dove rifugiarsi, uno spazio riservato all'individualità, uno spazio senza pubblico. Indica anche una modalità di pensiero non omologata, individuale, innovativa, slegata dal giudizio degli altri.
0M/ no place to hide è uno stimolo di riflessione dei curatori Martina Cavallarin e Stefano Monti che coinvolgono un gruppo di artisti italiani alla Galleria Comunale d'Arte Monfalcone dal 28 marzo al 5 maggio 2015 chiedendo loro di indagare all'interno della cultura contemporanea dove il consenso sembra necessario e passa attraverso il numero dei like e dei fan; dove il continuo "aggiornamento" crea assuefazione; dove il narcisismo trova canali di amplificazione a gettito illimitato, ma dove il conseguente meccanismo di controllo diventa pervasivo e condizionante.
La mostra riprende il filo di ricerca sull'arte contemporanea, che ha conferito notorietà internazionale allo spazio monfalconese, con opere site e time specific di Alterazioni Video, Lorenzo Commisso, Francesco Jodice, Masbedo, Marco Mendeni, Marotta & Russo, Ryts Monet, Maria Elisabetta Novello, Elisa Giardina Papa, Antonio Riello, Michele Spanghero, Giuseppe Stampone.
"I cartografi medievali disegnavano draghi e leoni per rappresentare quello che si estendeva oltre i limiti del mondo conosciuto, quasi a indicare che il territorio inesplorato era in qualche modo pericoloso. 0M/ no place to hide - Nessun posto per nascondersi non è un'affermazione negativa, ma un obbligo di verità verso il quale ognuno può, deve e avrà comportamenti differenti. Nello stesso tempo rappresenta la scelta necessaria e volontaria di spegnere i riflettori, abbassare il volume, godere dell'anonimato, scegliere una posizione discreta; non per celare o negare, bensì per affermare se stessi dopo un periodo di sottrazione." afferma Stefano Monti, gallerista e curatore indipendente, napoletano di nascita, britannico di formazione, udinese di adozione, dallo spazio Ultra di Udine attento osservatore dell'arte contemporanea e delle nuove tecnologie.