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Inaugurata la nuova mostra di Illegio: esposte anche opere totalmente inedite

La mostra sarà visitabile dal 4 luglio al 13 dicembre 2020 nel paese carnico. Grandi i nomi di questa edizione: Johannes Vermeer, Vincent Van Gogh, Franz Marc, Gustav Klimt, Tamara de Lempicka, Claude Monet, Graham Sutherland

Illegio inaugura oggi, sabato 4 luglio, la nuova mostra "Nulla è perduto" con anche opere totalmente inedite riportate alla luce da una collezione privata.

Opere rare

Visitabile dal 4 luglio al 13 dicembre 2020, la mostra del paese carnico dà la possibilità di ammirare quattordici opere, accompagnate da un apparato di foto di corredo, in un itinerario che permette di entrare in contatto con opere che nessuno avrebbe mai pensato di poter vedere. Opere distrutte o perdute, ma poi ritrovate o risorte. Alcune sono state rubate e non vi è più stata traccia di esse. Altre sono andate in cenere a causa di devastazioni o di guerre o deplorevoli incidenti. Altre ancora sono rimaste dimenticate in un oblio di secoli, sebbene vi fosse notizia della loro esistenza che, da un certo punto in poi, aveva fatto perdere le tracce di sé.

Opere dimenticate

In mostra, poi, si potranno rivedere opere autentiche, rimaste nell'ombra e poi riemerse: due sculture del 1492 di Domenico da Tolmezzo, un tempo nella Pieve di Illegio e rubate nel 1968 ma felicemente ritrovate alcuni mesi or sono; una Buona Ventura uscita tra il 1613 e il 1614 dalla casa romana del Cardinale Francesco Maria Del Monte, perfetta replica della prima ora di quella dipinta da Caravaggio, appena restaurata e probabilmente da ascrivere alla mano di un fiammingo all’opera in quel momento accanto a Caravaggio. E ancora, Le Restaurant de la Sirène à Asnièrs, un olio su tela rimasto segreto fino a oggi, analizzato per poterne individuare scientificamente l’età verso il 1880-1890, con caratteristiche di stesura veloce e affascinante, tali da far pensare al bozzetto dell’omonima opera di Vincent Van Gogh del 1887, oggi esposta al Museo D’Orsay a Parigi, tipica della sua fase impressionista.

Un mistero

L'opera sarà esposta non solo per gli occhi dei visitatori e degli esperti, ma anche per attuare una campagna diagnostica avanzata, in modo da trovare la soluzione, per quanto possibile, del mistero di questo quadro. Proprio per fare chiarezza, la mostra di Illegio ha pianificato l’acquisizione di macrofotografie e di fotografie condotte a luce radente, un’indagine della fluorescenza indotta da radiazione UV, utile a identificare i differenti materiali utilizzati, la riflettografia infrarossa, l’indagine radiografica, l’analisi di fluorescenza dei raggi X, un microprelievo per studiare la stratigrafia del dipinto e a quel punto un approfondito confronto con la tecnica esecutiva e i materiali riscontrati sui dipinti di certa attribuzione a Van Gogh, specialmente per quanto riguarda le opere del pittore ascrivibili agli anni del primo soggiorno di Asnières. Se l’opera in mostra si confermasse degli stessi anni del dipinto al Museo D’Orsay e pienamente compatibile con materie e tecniche proprie di Van Gogh, saremmo davanti alla riscoperta di un suo bozzetto perduto e inedito, che Illegio riporta alla luce.

Gli artisti

La mostra, inoltre, meraviglia per i sette capolavori inestimabili e smarriti per sempre, ma tornati alla luce grazie all’impulso di Sky Arte e alle tecnologie di Factum Arte, l’organizzazione diretta da Adam Lowe a Madrid e dedicata a rimaterializzare l’arte ricorrendo a studi, tecnologie avanzatissime e interventi di mano d’artista a completare l’opera, per raggiungere il risultato di avere davanti agli occhi un ritorno del capolavoro perduto di tale perfezione da faticare a distinguerlo dall’originale. I nomi della storia dell’arte ammirabili a Illegio in questa serie sono davvero importanti: Johannes Vermeer, Vincent Van Gogh, Franz Marc, Gustav Klimt, Tamara de Lempicka, Claude Monet, Graham Sutherland.

Altre opere

La mostra infine presenta la rimaterializzazione di due vetrate del XII secolo della facciata occidentale della Cattedrale di Chartres – opera sublime e accuratissima ricreata dai maestri vetrai Tomanin di San Bellino –, e il San Matteo e l’angelo realizzato da Michelangelo Merisi detto Caravaggio con una storia avvincente e poi perduto tra le fiamme di Berlino a inizio maggio 1945, quando l’Armata Rossa conquistava la città esausta: la tela di Caravaggio è stata rigenerata dalla mano eccezionale di un artista di Helsinki, Antero Kahila, capace di rimettere in atto perfettamente la tecnica del maestro. In mostra sono esposte anche due riproduzioni delle opere correlative di Caravaggio, cioè La Vocazione di San Matteo e Il Martirio di San Matteo realizzate da Haltadefinizione, tech-company di Franco Cosimo Panini Editore, specializzata nella riproduzione di opere d’arte in Gigapixel. “Haltadefinizione - spiega il founder Luca Ponzio - ha tra i suoi obiettivi la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale che passa anche attraverso la digitalizzazione delle opere d’arte in Gigapixel, ovvero a una risoluzione che consente ingrandimenti di gran lunga superiori rispetto a ciò che l’occhio umano può percepire, con una resa di colori, toni, dettagli e nitidezza non altrimenti raggiungibili. Grazie a questa tecnologia, è possibile riprodurre e stampare l’opera d’arte fedelmente e l’immagine riprodotta può essere impiegata per la sua diffusione e valorizzazione, come nel caso della mostra a Illegio. Molte realtà ci contattano per rendere possibile una mostra che altrimenti sarebbe impossibile. Quando un’opera non si può spostare fisicamente o quando non ci sono le condizioni per poterla avere nel proprio allestimento, la riproduzione fedele ad alta definizione è la soluzione ottimale”.

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