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Mimesis inaugura al "Malignani"

Doppio appuntamento ieri all’Istituto Malignani di Udine: la mattina inaugurazione, nell’aula magna della scuola, della terza edizione del festival della filosofia MIMESIS; nel pomeriggio – evento inserito nel programma della manifestazione cittadina – la presentazione del volume 50MALIGNANI / architettura 1965-2015.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

Doppio appuntamento ieri all'Istituto Malignani di Udine: la mattina inaugurazione, nell'aula magna della scuola, della terza edizione del festival della filosofia MIMESIS; nel pomeriggio - evento inserito nel programma della manifestazione cittadina - la presentazione del volume 50MALIGNANI / architettura 1965-2015.

I lavori si sono aperti con il saluto del dirigente scolastico prof. Andrea Carletti: «Al Malignani la preparazione tecnica si sposa con quella umanistica e l'occasione di ospitare il festival della filosofia permette di sottolinearlo» - ha affermato. Moderatore dell'evento inaugurale iI prof. Damiano Cantoni, docente della scuola, che ha subito passato la parola al direttore artistico dott. Luca Taddio. «Senza scuola non c'è conoscenza e senza conoscenza non c'è futuro» ha detto, brevemente spiegando che la terza edizione del festival prosegue nelle riflessioni intorno alla società globale. Essere cosmopoliti, questo il titolo, evoca la necessità di guardare il globale partendo dal locale: a partire dalla tecnologia che oggi ha radicalmente mutato i rapporti e le distanze. Hanno dato seguito a questo intervento le parole del sindaco prof. Furio Honsell e dell'assessore alla cultura Federico Pirone, per poi passare la parola al dott. Roberto Siagri, che fondatore e presidente della ditta Eurotech, è stato chiamato ad approfondire l'argomento davanti alla folta platea di studenti.

«Il futuro è l'ineludibile abbraccio con la tecnologia.»- queste le sue prime parole - «E la tecnologia, le tecnologie oggi sono liquide, entrano dappertutto, invadono ogni interstizio». Ha poi esposto il concetto di "crescita esponenziale" per introdurre l'idea di estremamente grande e estremamente grande, dove esistono i moltissimi universi da esplorare. La crescita esponenziale non è immediatamente visibile perché ingannevole nella prima fase, in cui cresce poco, ma diventa dirompente nella seconda fase, che è quella che attualmente viviamo, dove si cresce moltissimo. «La tecnologia è uno straordinario acceleratore» -dice Siagri -«basta pensare al progresso fatto in questo secolo. E' stato calcolato che equivale a 20.000 anni di progresso del secolo scorso. Il futuro è già qui, ma non è equamente distribuito. Non è qui perché non lo favoriamo attraverso i grandi sistemi dell'economia e della politica». Altra pillola di conoscenza elargita agli studenti: «Se una cosa è fisicamente possibile, soddisfa i bisogni umani e può portare un guadagno, certamente si farà per quanto sembri impossibile. Le idee giudicate impossibili molto spesso sono proprio quelle vincenti». E ne ha enunciate una serie, dal transistor all'Apollo, dalla prima cellula creata in laboratorio alle nanotecnologie: qui il futuro sono le nanomacchine, che certamente ci vorranno per utilizzare al meglio i nano materiali! Tutta la tecnologia è algoritmo ma per innovare davvero ci vuole una quinta dimensione, oltre a spazio, tempo, energia e materia: la conoscenza. E per un miglioramento a livello sociale la scienza non può essere sola, è necessario anche cambiare i modelli economici. "La fine della povertà è attesa per il 2030"- ha detto mostrando una serie di slides e numeri convincenti a dimostrazione che maggiore è la diffusione delle tecnologie maggiore sarà il numero di innovazioni e più veloce e diffuso il miglioramento sociale. La conoscenza è apertura, disponibilità al diverso: in conclusione, se non sei cosmopolita non puoi costruire il futuro. Parola di Roberto Siagri.

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