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«Non esiste una festa per gli studenti? E allora ce la facciamo da soli»

È partito lo scorso ottobre, e in pochi mesi ha raggiunto moltissime adesioni l'appuntamento del "Mercolegin" alla Cantinetta del Borgo di vicolo Sillio. Gli organizzatori: «Il tutto è nato da una chat su Telegram»

«È tornata l’epoca del mercoledì universitario udinese. Un po’ come accadeva tempo fa in via Manin, ma fortunatamente senza creare i disagi che - per diverse ragioni - si erano verificati in zona». A parlare è Davide Appi, ideatore - assieme ad un gruppo di amici composto da Costantino Vertaldi, Aghite Pavan e Alessandro Martinis - del “Mercolegin”, l’appuntamento più frequentato dal mondo studentesco udinese. 

L’IDEA. «Avevamo un background di varie feste organizzate - racconta Appi - ma sono stati sempre episodi isolati, che si sono esauriti nel giro di una sola serata. Nelle nostre chiacchierate alla Cantinetta di vicolo Sillio, punto di ritrovo del gruppo, ci siam così trovati a fantasticare sulla possibilità di organizzare qualcosa di continuativo, sorseggiando qualche cocktail con il nostro amato gin (da lì il nome della festa). Avevamo tutti un sacco di amici che si lamentavano della mancanza di cose da fare: “Udine e morta”, “Udine non propone nulla”, ci siam sentiti ripetere per diverso tempo. Allora, vista la mancanza di un appuntamento del genere in città, è scattata la scintilla. Ricordate il “Campionato italiano della noia” di Radio2, con Udine candidata alla vittoria finale assieme a Rovigo? Ecco, volevamo fare in modo che in futuro candidature del genere non venissero nemmeno ipotizzate - scherza Appi -».

LO SVILUPPO. Dalla teoria alla pratica, da bravi studenti, i ragazzi del gruppo si sono dati da fare. Hanno proposto la cosa al titolare del locale - che ha accettato di buon grado -, coinvolto i ragazzi di UniParty Udine per la promozione e l’organizzazione e sviluppato una policy interna, in modo che non si crei troppo disagio con l’appuntamento. «Memori di tutte le vicende che hanno portato anche a problemi di ordine pubblico in passato in altri contesti - dice Appi - abbiamo fatto una lista di quelli che avrebbero dovuto essere i capisaldi del party: musica a basso volume - così la gente riesce anche a parlare -, niente fotografo “ufficiale” della festa (la cosa ha un po’ stufato come dinamica), aiuto attivo nel tener monitorata la situazione perché non si verifichino episodi spiacevoli, come ci ha chiesto il titolare del bar, e chiusura verso la mezzanotte o poco dopo».

IL SUCCESSO. Questo “metodo” in poche settimane ha prodotto un seguito enorme di persone. «Siam partiti il 19 ottobre e c’erano già 200 persone, adesso siamo arrivati a una media di 400 - dice Appi -». E in futuro, cosa c’è? «Il nostro principale obiettivo - conclude Appi - rimane sempre quello di ravvivare Udine dal punto di vista dell'intrattenimento. Fantasticando ci piacerebbe continuare a creare un ritrovo sempre più ampio di universitari e coinvolgere sempre più persone, ma per adesso va già bene così. Possiamo dire con certezza che Udine non è affatto noiosa!».


 

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