La bellezza del confronto: "Arte a modo mio" all'Arttime
Venerdì 24 marzo 2023 alle ore 11:30 apre i battenti l'esposizione “Arte a modo mio”. La galleria ARTtime presenta una nuova collettiva speciale. L'obiettivo è quello di portare a Udine opere e artisti sempre nuovi, per stimolare e arricchire la vita artistica cittadina. La nuova rassegna darà spazio a espressività eclettiche e particolari; le sette personalità artistiche coinvolte presenteranno al pubblico opere che spiccano per originalità sia stilistica che formale, esplicando con naturalezza il concetto di Arte. Ognuno alla propria maniera – come suggerisce il titolo – dimostrerà quanto ampio, vario, sfaccettato, affascinante e attraente è il panorama artistico contemporaneo.
Indicazioni
La mostra sarà visitabile fino al 6 aprile presso la Galleria ARTtime di Vicolo Pulesi 6 a, Udine con il seguente orario: lunedì dalle 15 e 30 alle 19, dal martedì al sabato dalle 10 alle 12 e 30 e dalle 15 e 30 alle 19. Ingresso libero.
Vernissage
Sabato 25 marzo alle ore 17:30 avrà luogo il vernissage, un momento conviviale di incontro e dialogo, all'insegna dell'Arte e di tutto ciò che ruota attorno a essa.
Gli artisti
Espongono: Stefania Grazioli, Barbara Legnazzi, Simone Louis, Maria Rita Onofri, Guido Santarossa, SIN e Anna Tozzi ATò
Stefania Grazioli compie studi artistici e umanistici presso l’Istituto d’Arte “Bernardino di Betto” di Perugia, nell’Università degli studi di Perugia conseguendo la laurea in Lettere con indirizzo Storico Artistico e presso l’Accademia di Brera a Milano. Per Stefania Grazioli l'arte è un dono, un canale espressivo potente attraverso il quale far emergere ciò che appartiene alla sua sfera interiore, quella più intima. Si pone in ascolto, cercando di intercettare quanto si agita in lei e, attraverso il linguaggio dei "segni visivi", si lascia andare per dare vita a forme, figure, simboli che sono espressione del mondo invisibile, quello interiore. Ha sempre concepito l'arte prima di tutto come espressione di sé e successivamente come comunicazione, come desiderio di condivisione.
Barbara Legnazzi è nata a Novara, città dove vive e lavora. Da sempre interessata alla musica si è dedicata, abbastanza recentemente, ad approfondire anche un altro suo grande amore: la pittura. Considerati i soddisfacenti risultati ottenuti, ha deciso di dedicarsi intensamente alla sperimentazione nella pittura materica. Da questa ricerca sono scaturite, da subito, una serie di opere che hanno riscosso un notevole interesse e questo l'ha incentivata a esporre, dando così una svolta professionale a questa sua passione. Da lì ha iniziato a cimentarsi anche in opere scultoree che le hanno portato grandi soddisfazioni. Ha partecipato a innumerevoli mostre e concorsi in Italia e all’estero ricevendo premi, riconoscimenti e giudizi favorevoli da parte della critica e del pubblico.
Simone Louis, originaria di Londra, con radici greco-cipriote, vive a Stoccarda, dal 1994. Ha una vasta esperienza come graphic designer e ha lavorato a Londra, Nicosia e Stoccarda. È ancora attiva come designer, ma il suo desiderio di creare lontano dal computer l'ha spinta a riscoprire la sua intuizione creativa nel 2011. Ha iniziato con un corso di 2 anni di "Ausdrucksmalen" (pittura d'espressione). Un processo pittorico libero, spontaneo, "pratico". Nessun soggetto, nessuna aspettativa od obiettivo. Ciò ha aperto le porte all'offerta di questa preziosa esperienza pittorica a persone con handicap mentali e a bambini rifugiati. Dando loro uno sbocco per esprimersi senza parole. Nel 2021 è diventata insegnante certificata delle pratiche tibetane dei 5 elementi (yoga curativo tibetano).
Come incipit della propria storia artistica Maria Rita Onofri usa spesso una metafora: “sono nata nel colore” e in questa frase racchiude tutta la sua infanzia, quando guardava la madre e si sentiva in simbiosi con lei esprimendo anche lei con i suoi pochi colori sé stessa. Ormai adulta, dopo anni di studi, utilizza nella pittura una tecnica che nasce dalla padronanza della lavorazione dei metalli (l'artista infatti è anche orafa) per costruire accenti e sfumature tridimensionali, per uscire così dalla consueta rappresentazione bidimensionale del “quadro” ed entrare, in punta di piedi, nella tradizione del bassorilievo, rivisitato con una nuova ottica. Il dualismo dell'artista come pittrice e scultrice, si riscontra nelle sue opere in cui la materia è sostanza, ingrediente fondamentale.
Guido Santarossa è nato a Pordenone, città dove risiede. Dopo la Maturità Artistica si laurea in Architettura presso lo I.U.A.V. Ex dirigente scolastico e architetto, è ora pensionato. Le tecniche preferite sono olio e pastello ricavato da componenti naturali che lui stesso prepara, su tavola o cartoncino. L’artista tratta qualsiasi soggetto direttamente dal vero, privilegiando sezioni ridotte di paesaggio e nature morte. I suoi boschi, ritratti “en plein air”, in cui al tocco impressionista si è sostituito il tratto, creano un impatto quasi violento per la vivacità dei colori, per la spigolosità dei rami, per le scaglie di luce intrappolate tra il fogliame. La pittura di Santarossa non è fatta di luci e ombre: le forme vivono del proprio colore che determina il loro reciproco contrasto.
Sin è lo pseudonimo scelto da Sandra Bresin: SIN è l’abbreviazione di Sinusoide ed è anche la desinenza del suo cognome. L'artista è affascinata da questa linea, in quanto il suo andamento ondulato simboleggia la creazione in atto. Infatti la sinusoide, che scende e sale instancabilmente, in un interminabile cambiamento, le assomiglia. Anche le ha sperimentato diverse attività creative: ha lavorato per molti anni nel settore della moda, ha studiato Arte contemporanea all’Università e nel frattempo ha preso lezioni di tecniche pittoriche. Adora le campiture di colore realizzando arazzi creati con forbice, filo e colore, crea delle pieghe che escono dalle tele e si “muovono” con lo spettatore, e per lei rappresentano il mutevole, il cambiamento, il visibile e nascosto.
Anna Tozzi ATò è nata e risiede a Roma. Si è diplomata in grafica e pubblicità presso l’Istituto Europeo di Design. Maturata un’esperienza biennale presso uno studio di grafica e dopo una serie di collaborazioni in cui ha ideato marchi e immagini aziendali coordinate, si è dedicata a tempo pieno alla sua vera passione, ossia “dipingere idee” attraverso lo studio del colore e della materia, sperimentando diverse tecniche di pittura astratta che hanno come tema dominante l’espressione della materia in monocromia. Così ATo' spiega la sua pittura: “Dipingo per stare bene, dipingo per tirare fuori quello che negli anni si è stratificato e coperto, le mie gioie e i miei dolori. In una parola dipingo emozioni”. Da alcuni anni porta avanti il tema della crepa, creando autentici kintsugi pittorici.