Cibo come super linguaggio: Gianfranco Marrone presenta il suo ultimo libro
A Udine torna il 27, 28 e 29 ottobre il Festival Mimesis, giunto alla sua nona edizione. Tra i vari appuntamenti in calendario, il semiologo ed esperto di linguaggio Gianfranco Marrone presenterà il suo libro “Gustoso e saporito. Introduzione al discorso gastronomico” (Bompiani, 2022). Con lui Antonella Nonino, esperta appartenente alla famiglia del noto brand di distillati. Insieme discuteranno di cosa significhino, oggi, il cibo e la tavola, e perché il nutrirsi è diverso dal semplice cibarsi.
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L'evento è previsto per sabato 29 ottobre alle ore 17 al teatro San Giorgio in via Quintino Sella numero 4 a Udine.
L'intervista a Gianfranco Marrone
Che cosa deve aspettarsi il lettore dl suo libro intitolato Gustoso e saporito. Introduzione al discorso gastronomico?
Si parla di semiotica applicata alla gastronomia. Il libro è frutto del lavoro con la mia equipe dell'università di Palermo. Una sintesi di una serie di ricerche sul linguaggio del cibo. Fa un po’ il punto di 15 anni di studi. Possiamo considerare il cibo un super linguaggio perché tutto ciò che sta intorno al cibo come il gusto ma anche la convivialità, persino il galateo a tavola o il modo di cucinare ci dà un punto di vista generale sulla società e sulla storia: è una dimensione fondamentale della cultura. Il cibo in senso più ampio fa riferimento alla religione, alla scienza ma anche alla politica.
A proposito di politica, ha fatto scalpore la decisione di intitolare un ministero con la dicitura di sovranità alimentare. Cosa ne pensa?
È un paradosso. Non esiste cucina tradizionale al mondo che non sia stata contaminata da influenze diverse. Non esiste la cucina autentica. La cucina entra in una dinamica di continua trasformazione. Non a caso molti dei prodotti tipici di un paese sono importati: ad esempio, il pomodoro per la cucina italiana che arriva dall’America. O la cucina piemontese dove sono pietanze tipiche le acciughe. In una regione che non ha affaccio sul mare. La cucina del Friuli Venezia Giulia riflette perfettamente questo concetto: è una cucina di confine che riflette perfettamente la propria posizione geografica e si fa testimone di una mescolanza di gusti e sapori. Quindi la sovranità alimentare, nell’accezione che vuole darle la politica, diventa un concetto ambiguo. Come una coperta troppo corta che se la tiri da una parte ne lascia scoperta un’altra.
Quindi come ci si può avvicinare al concetto di cibo come linguaggio?
Nessuno può confondere mangiare con alimentarsi e la tavola è al centro della vita sociale e famigliare. I piatti, le pietanze, la cucina elaborano valori, costruiscono discorsi. Inoltre, il cibo comunica: presidia il campo sociale, anima dibattiti, si dispiega in eventi, genera economia.
In che modo gustoso e saporito sono in relazione?
Gustoso e saporito sono i due aggettivi che ho scelto per il titolo del mio libro. Ma li ho voluti intendere in maniera tecnica per mettere in evidenza che, dentro la percezione e la dinamica del gusto, c'è un aspetto di tipo sensoriale e un aspetto fortemente cognitivo e culturale. In fin dei conti, non c'è un unico linguaggio del cibo. Ce ne sono almeno due: quello legato alla funzionalità e quello legato all'intelletto. È chiaro che si confondono nella pratica quotidiana. Interessante è vedere come determinate innovazioni, ad esempio, nell'alta cucina ora si sviluppano su un piano ora sull’altro. E a volte coincidano. L’identità culinaria è un concetto dai contorni sfumati. Dentro abbiamo il gustoso, con cui riconosciamo ciò che sta nel piatto. E il saporito, con cui percepiamo sensorialmente aromi, temperature, consistenze.