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Il racconto dell'emigrazione attraverso il Mediterraneo nel nuovo singolo di Erika Giannusa

La cantautrice palermitana, da cinque anni attiva ad Udine, racconta il Medioriente attraverso sonorità pop cantautorali e ci parla del dramma delle Migrazioni e del distacco dei giovani migranti dalla loro famiglia di origine

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

Il nuovo singolo “Migrante” (testo e musica di Erika Giannusa, arrangiamento di Erika Giannusa e Cristina Casella) è già disponibile su tutte le piattaforme digitali, dal 10 novembre. Il brano, che coniuga le sonorità mediorientali al cantautorato italiano, si inserisce in una tradizione dal sapore gucciniano, senza mancare di originalità. Un testo che comunica tutta la sofferenza delle migrazioni presenti, passate e future, e che si ispira liberamente ai recenti fatti di Kabul. Il racconto del brano, narra le peregrinazioni di un giovane migrante, che passando attraverso un tanto reale quanto ideale filo spinato, fugge dalla guerra alla ricerca di un futuro migliore, attraverso il Mediterraneo. Nella fuga, ricorda l’immagine della madre, che non ha potuto portare con sé, e che ha dovuto lasciare da sola in una terra a lei ostile. La donna, per il dolore della sofferenza e dell’allontanamento dal figlio, deciderà di togliersi la vita, dopo averlo visto partire per sempre. E’ un brano che ci parla di tutte le storie di migrazione, dal punto di vista di chi le compie e le vive, schierandosi nettamente in favore dei diritti umani e della vita. Dice Erika: “La scelta di far sbarcare il migrante protagonista della canzone attraverso la rotta via mare, è di tipo simbolico – narrativo. Molti migranti afghani hanno scelto la rotta balcanica e solo i più fortunati sono arrivati in Occidente con un corridoio aereo. Un’ altra parte dei flussi migratori afghani però, è sbarcata attraverso il Mediterraneo, ecco che la storia della migrazione Afghana ci permette di ricordare tutti i migranti, compresi i tanti di loro provenienti ed originari dell’Africa, e quelli che purtroppo la vita in mare l’hanno persa”.

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