Tappa a Udine per Folkest, serata tra meditazione ed improvvisazione
Folkest si trasferisce a Udine. Martedì 24 agosto alle 20.45 è in programma un un progetto speciale, realizzato sotto la Loggia del Lionello, in collaborazione con l’associazione Fûrclap, una serata decisamente sperimentale con Paolo Tofani & Strepitz Open Project, Improvvisa_Meditazione: la musica racconta l’Uomo, grazie anche ai movimenti coreutici di Francesca Ferah Dalla Bernardina, alle suggestive immagini prodotte da Ofelia Croatto e alla narrazione espressa dalla giovane attrice Giulia Grimaz .
Da un incontro fortuito, nel 2010, Paolo Tofani e Giovanni Floreani hanno tratto un’amicizia e un’empatia che ha permesso loro di superare il limite della superficiale collaborazione professionale. Un percorso che ha prodotto concerti, performance, iniziative interdisciplinari e un album, “Sounds of…”.
Il desiderio di sperimentare
Il filo che ha unito gli intenti dei due musicisti è sempre stato contraddistinto dal desiderio/bisogno di sperimentare, di andare oltre agli schemi e soprattutto dare alla musica una veste umana. La musica racconta l’Uomo, i suoi limiti e i suoi pregi, le sue debolezze e le sue intuizioni. Tutto ciò permette di uscire dal vincolo di una partitura disegnata da logica ed estetica.
Paolo Tofani fin dalla sua storica esperienza con Area, ebbe modo di conoscere un florido momento di creatività sostenuta dai contenuti sociali introdotti da Gianni Sassi (deus ex machina della Cramps Records) e dalla folle genialità di Demetrio Stratos.
Giovanni Floreani ha fatto dei suoi Strepitz una delle band più cool in Friuli Venezia Giulia, coinvolgendo artisti meravigliosi quali Pierre Favre e Yang Jingoltre a importanti nomi della scena musicale locale.
Il risultato di questi incroci è l’approdo ad una musica senza tempo né spazio dove improvvisazione segna la centralità dell’assetto sonoro, ma non è casualità, mentre meditazione inserisce un elemento di profondità e al tempo stesso leggerezza trascendentale. Flussi emozionali che emergono grazie ad una accurata scenografia che si muove attorno ai movimenti coreutici di Francesca Ferah Dalla Bernardina e alle suggestive immagini prodotte da Ofelia Croatto.