Università: un ciclo di eventi dedicati alla Palestina, tra video e incontri
Sabato 1° febbraio alle 17 sarà proiettato "Shoot-Il documentario" sulla resistenza Palestinese, nell'aula B dell'Erdisu in viale Ungheria. Samantha Comizzoli presenterà il suo video-racconto, una testimonianza in prima persona raccolta nei tre mesi di attivismo in Palestina con l'International Solidarity Movement, è una testimonianza sulla resistenza palestinese non violenta e sui crimini perpetrati da Israele. Il documentario dura circa novanta minuti ed è arricchito da alcuni filmati del reporter palestinese Odai Qaddomi, fotografo e videoreporter nelle manifestazioni di Kuffr Qaddum.
Due protagonisti della Resistenza palestinese saranno presenti per il tour del documentario: Murad per Kuffr Qaddum e Odai, e Hakima per Asira. Murad, è coordinatore del Comitato di Resistenza Popolare a Kuffr Qaddum, come lavoro è responsabile delle pubbliche relazioni e dei media al Ministero dell’istruzione nel distretto di Qalqilya, purtroppo è stato arrestato in questi giorni ed è uscito su cauzione, non gli sarà possibile avere il visto, ma sarà comunque presente, la sua forza e la sua tenacia saranno con noi attraverso le immagini ed i racconti di Samantha, Odai e Hakima. Hakima Hasan Motlaq, 35 anni, sposata, fondatrice e direttrice della Fondazione Retaj delle donne palestinesi di Asira. E' un evento aperto e ci sarà la possibilità di dibattere con gli autori.
Venerdì 14 febbraio alle 17 è in programma la presentazione del libro "Perchè amo questo popolo" di Silvia Todeschini. Durante l'evento Silvia Todeschini presenta il suo libro "Perchè amo questo popolo" in cui è presente una raccolta di interviste effettuate dal settembre al dicembre 2011 nella striscia di Gaza, periodo nel quale era attivista in Palestina con l'International Solidarity Movement. "Volevo intervistare palestinesi che resistono all'occupazione sionista e raccontarne la storia. Volevo far si che emergesse la loro vita, la loro energia, il loro coraggio, e soprattutto la loro determinazione. Volevo che dal libro si respirasse il fatto che questa gente non ha ancora mollato la lotta dopo più di 65 anni. Non che mi illuda che tutti i palestinesi siano così caparbi e combattivi, ma mi sembra affascinante dare spazio a quelli che lo sono, perché è al loro fianco che mi schiero. Eppoi, volevo che trasparisse la loro unità. Nel libro sono presenti persone di diversa estrazione sociale, con storie e idee molto diverse, proponendo una narrazione corale a più voci. Volevo che fosse chiaro che chi scrive blog, chi porta avanti la lotta BDS, chi continua a coltivare le sue terre nonostante gli attacchi sionisti, chi si impegna nella lotta armata, e tutti gli altri, lo fanno per il medesimo scopo: libertà e giustizia. Si chiama anche dignità, è la stessa cosa di quell'umanità del “restiamo umani”"