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I Verdena in concerto a Trieste: un trionfo meritato

La band bergamasca ha colpito ancora una volta nel segno con il concerto al Teatro Miela

Un giorno insolito il lunedì per un concerto eppure i Verdena ieri sera a Trieste al Teatro Miela hanno chiuso la prima parte del tour di Endkadenz vol.1 con l’ennesimo Sold Out. Nessuna band in apertura, il concerto è cominciato puntuale alle dieci, il pubblico così ha potuto godersi per bene il suo amato gruppo che ha raggruppato in sala sia giovanissimi che non. Il live è stato strutturato in modo da poter esaltare i nuovi brani, intervallati e accompagnati dalle canzoni che hanno reso grandi i Verdena, non per forza le più ‘commerciali’, questa band non è mai banale nelle scelte.

Ad aprire le danze “Ho una fissa”, prima traccia del ultimo disco Endkadenz, poi di seguito “Un po’ esageri” il singolo che ha lanciato l’album e “Sci desertico”, forse il brano più atipico dell’immaginario musicale Verdena. I Verdena fin hanno comunicato con il pubblico solo ed esclusivamente con la musica, senza attimi di tregua si sono alternati “Loniterp”, “Vivere di conseguenza” e “Contro la ragione” fino ad arrivare ad una combo micidiale con “Derek”, il brano pazzo di Endkadenz, ancora più schizofrenico dal vivo e “Starless”, micidiale per potenza  scenica e sonora. 

Dopo “Attonito” e “Lui Gareggia” è arrivata “40 secondi di niente”,  perla tratta dal Suicidio del Samurai, disco che ha lanciato definitivamente il trio bergamasco in tutta Italia. E poi Alberto ha imbracciato l’acustica ed è arrivato il turno di tre splendide ballate, diverse tra di loro: “Nevischio”, l’immancabile “trovami un modo semplice per uscirne” (‘come puoi vivere a testa in giù’) e per finire “Razzi Arpie, Inferno e Fiamme”.

L’ultima parte del concerto è stata tutta da ‘ridere’. Cominciata con “L’Inno del perdersi”, manifesto che rappresenta nel migliore dei modi testi, atmosfere, cambi di ritmo tipici degli ultimi trascorsi Verdeniani, poi è stata la volta  del classicone per eccellenza, “Valvonauta”, il brano che fa sentire veramente unite tutte le persone presenti in sala. ‘Puzzle’ è struggente nel  suo delirio finale (‘Efedrinaaa, Efedrinaaaaa’). Alberto si siede al piano a arriva il momento di  “Scegli me”, il singolone di WOW che chiunque penso abbia sentito, anche distrattamente. Attenzione, in seguito è arrivato un piccolo momento goliardiaco: a poche note dall’inizio di “Muori Delay” la musica si interrompe, tutto fa pensare ad un problema tecnico quando invece  Alberto (con una voce ironica, molto alterata), al microfono dice “…e invece suoniamo ‘Isacco Nucleare’ figli di puttana!”. Il pubblico si scatena, i Verdena pure, Alberto non riuscendo a contenere la foga, è sceso dal palco e si è buttato sul pubblico con la sua chitarra. Prima dei bis è toccato a “Rilievo” chiudere la prima parte del concerto. Le sue energiche percussioni  che in coda Luca e Giuseppe Chiara (musicista aggiunto per questo tour)trasformano in un minimal di suoni elettronici, pschichedelici sui quali il trio, uno per uno, abbandonano il palco.

Subito è cominciato il “fuori, fuori, fuori” del pubblico, ripagato con il tempestivo rientro della band sul palco che di botto spiazza tutto il pubblico suonando “Nel mio letto”, un brano vecchissimo, sicuramente sconosciuto ai più in sala. Sopresi tutti, tanto che qualcuno tra i fan a fine esecuzione ha gridato “Grazie davvero!”, ottenendo il sorriso compiaciuto di Roberta. C’era ancora spazio per un brano dalle atmosfere malinconiche e quindi non poteva mancare “Luna”, forse l’unica canzone che in questo tour, assieme a quelle nuove, non è mai stata cambiata nella scaletta. Poi prima del gran finale un ultimo brano spinto e cattivo “Don Calisto”. Ha chiuso definitivamente il concerto “Funeralus” ( l’ultimo dei tredici brani compresi in Endkadenz) che rimane sospeso per tutta la sua durata in una religiosa atmosfera dark-suite.  All’ultima nota Alberto ha scagliato la chitarra a terra, andandosene via di fretta. I saluti finali sono stati affidati a Roberta che ringrazia calorosamente il pubblico.

 In Italia con questo rapporto qualità/prezzo, uno spettacolo così intenso non è in grado di offrirlo nessuno. Due ore piene di emozioni, trascinate dalla forza e dall’energia di questo trio. Trieste può essere orgogliosa di esser stata scelta come città per chiudere questa trionfante tourneé. E per aver ospitato la più grande rock  band italiana.

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