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Bugo: “La musica va pagata, altrimenti rischia di morire”

L'artista si esibisce in acustico al parco del Cormor per Homepage. "Il mercato discografico è in crisi. Il pubblico deve credere di più nella musica italiana, comprando i dischi e andando ai concerti"

Un concerto acustico sul palco di Homepage. Venerdì 28 giugno, dopo gli udinesi Filmdafuga, si esibisce Cristian Bugatti, in arte Bugo, per uno spettacolo essenziale fatto di voce e chitarra.

Come mai hai scelto l'acustico per questo tour?
Perché sono nato in acustico, 13 anni fa mi esibivo solo con la chitarra. Ma attenzione non è un ritorno alle origini, è solo un modo più semplice ed essenziale di suonare. D'altronde tutte le mie canzoni sono nate così, provando a cantare solo con la chitarra.
A che progetti ti stai dedicando adesso?
Al momento sono in tour in Italia, poi quando tornerò a Nuova Delhi, dove tutt'ora vivo e risiedo, continuerò a comporre brani per il nuovo album, anche se oggi non è indispensabile far uscire album su album, si possono proporre anche semplicemente singoli.
Tu sei molto legato al Friuli, vero?
Sì, ci sono zone che conosco molto bene, come Monfalcone e Pordenone. Poi conosco i Tre Allegri Ragazzi Morti da anni e poi ho lavorato anche a Gemona per comporre la colonna sonora del film “Missione di pace”, di Francesco Lagi.
A che punto è la musica italiana secondo te?
Io adoro la musica italiana, sono entusiasta della nostra produzione, mi piacciono le canzoni cantate in italiano e non sopporto la tendenza all'esterofilia che si sta sviluppando negli ultimi anni per quanto riguarda i testi dei brani. Il problema non è la musica italiana, che ha un repertorio ricchissimo, in ogni genere. Il rock è nel sangue italiano, ma poi troviamo anche un ottimo rap e persino musica elettronica. Il problema è il pubblico, che deve credere di più in noi artisti. Noi ce la mettiamo tutta, ci sono cantanti come Jovanotti e Vasco che riempiono gli stadi, ma poi se il pubblico non compra i dischi la musica non va avanti.
Pensi che un servizio come Spotify stia rovinando il mercato discografico?
No assolutamente, Spotify va benissimo ed è adatto a diffondere la musica, soprattutto tra i giovanissimi che hanno pochi soldi e con 10 euro al mese possono ascoltare di tutto. Ma Spotify dovrebbe essere semplicemente un mezzo per diffondere la musica, che porta la gente ad andare ai concerti, ad acquistare gli album e a creare un indotto intorno alla musica, come succede in altri stati. La musica va pagata, altrimenti non va avanti. Io farei una legge per cui il pubblico deve comprare l'album, d'altronde è il pubblico che lancia gli artisti. Io invito i nostri fan a crederci di più, perché la musica è bella.

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