La Tempesta al Rivolta, successo di pubblico e di musica
Nove ore di musica, due palchi, artisti affermati e in cerca della definitiva consacrazione. Per il secondo anno la festa invernale dell'etichetta pordenonese ha radunato appassionati da tutta Italia
Un successo la seconda edizione invernale del festival organizzato da La Tempesta Dischi, l’etichetta pordenonese che può essere considerata la più importante label indipendente italiana. L’evento, svoltosi al C.S.O. Rivolta di Marghera come l’anno scorso, ha visto alternarsi su due palchi artisti ormai affermati sul panorama nazionale (Il Teatro Degli Orrori, Tre Allegri Ragazzi Morti), artisti in rampa di lancio (Mellow Mood, Il Pan Del Diavolo) e nuove promesse emergenti (Ninos Du Brasil, Iori’s Eyes), assieme agli eccellenti outsider Umberto Maria Giardini, già famoso con il nickname di Moltheni, e il francese Niveau Zero, che ha chiuso la serata dalle tre alle quattro con il suo dancefloor dubstep. Interessanti anche i tre dj set: Dente, Il Genio (ricordate Pop Porno?) e Aucan, con questi ultimi ad intavolare una performance che fonde benissimo musica e immagini. Organizzato in cooperazione con Radio Sherwood, il secondo festival invernale della Tempesta (il festival estivo ha già raggiunto la terza edizione) ha aperto i battenti alle ore 18, con i primi mille arrivati che hanno addirittura portato a casa un fumetto realizzato da Davide Toffolo, celebre fumettista italiano e leader dei Tre Allegri Ragazzi Morti, band simbolo dell’etichetta.
I live iniziano alle 19, nell’hangar dove si trova il palco principale, ed a salire sul palco sono gli Hardcore Tamburo, side-project dei Sick Tamburo nati a loro volta dai Prozac+ (ricordate Acidoacida?), storica band punk pordenonese. Il collettivo, che si esibisce su basi elettroniche, propone un drumming ossessivo e costante su bidoni, ottenendone come risultato una performance aggressiva e potente. Non un suono facilmente digeribile, infatti il loro disco sarà disponibile in free download, senza sborsare un euro. Dopo una breve pausa è il turno di Umberto Maria Giardini: l’ormai ex Moltheni e Pineda si è sbarbato, ha abbandonato la chitarra acustica per passare a trame decisamente più post-rock, che danno più risalto alla sua notevole abilità chitarristica. Il suo ultimo album è il bellissimo “La Dieta Dell’Imperatrice”, che viene riproposto in quaranta minuti di set che sfiora la perfezione stilistica. Altra pausa ed ecco arrivare Il Pan Del Diavolo, duo siciliano dedito ad un folk rock suonato con due chitarre ed una grancassa, che ad un certo punto vede allargarsi la formazione con l’ingresso di un basso e degli archi di Nicola Manzan/Bologna Violenta.
Dopo Il Pan Del Diavolo iniziano gli spettacoli anche nel Nite Park, il palchetto più piccolo. Alle 22 tocca ad Andrea Appino salire sul palco: il leader degli Zen Circus ha approfittato della Tempesta al Rivolta per presentare live alcuni brani del suo primo disco solista, “Il Testamento”. L’album, in uscita a marzo 2013, vede la partecipazione anche di Valente e Favero del Teatro Degli Orrori, che lo accompagnano anche in questa prima veste solista. Ci spostiamo di nuovo all’hangar per quella che forse è l’esibizione più attesa della serata: i Tre Allegri Ragazzi Morti. Il 7 dicembre è infatti uscito il nuovo album “Nel Giardino Dei Fantasmi”, con la data del Rivolta a fare da prima uscita ufficiale dei nuovi pezzi, che funzionano davvero bene uniti ai grandi classici. La Mia Vita Senza Te, E Poi Si Canta si amalgamano davvero alla grande con successi come Il Mondo Prima e Puoi Dirlo a Tutti. Ci togliamo la maschera da ragazzi morti per spostarci nuovamente al Nite Park, dove ci aspetta una sorpresa.
Lo stage è infatti invaso da coriandoli e palloncini, e delle ghirlande argentate avvolgono la transenna, in quello che è chiaramente un clima carioca. Tocca infatti a loro, i Ninos Du Brasil, infiammare la Tempesta con il loro esplosivo set. Ritmi tribali, la spiaggia di Copacabana trasformata in un rave party, e due pazzi che saltano ovunque urlando in uno strano dialetto brasileiro: sicuramente la sorpresa di serata. Sul main stage ecco arrivare uno dei gruppi più sulla cresta dell’onda, i Mellow Mood. La reggae band pordenonese sta raccogliendo consensi ovunque, e il pubblico tributa più di qualche ovazione ai loro nuovi beniamini; l’esibizione raggiunge l’apice con la lunga suite di Well Well Well, che esemplifica alla perfezione il sound della band friulana. Gli Iori’s Eyes, invece, si dedicano ad un misto di trip-hop ed elettronica, con i due strani protagonisti, Clod e Sofia, che sembrano arrivare da un pianeta alieno. Le loro trame eteree ed ipnotizzanti tengono attenti gli spettatori per quarantacinque minuti, prima che il Teatro Degli Orrori faccia la sua comparsa.
C’era grande attesa per la band di Pierpaolo Capovilla, dopo aver svelato il nuovo brano, Rivolta, dedicato proprio a questo centro sociale. Il leader del TDO torna nella sua città natale, e all’inizio è chiaramente emozionato, almeno finché non parte Non Vedo L’Ora, che lo vede tornare a sudare e agitarsi come ad ogni live show. La band è in gran forma e suona bene, riuscendo più di tutti gli altri gruppi a coinvolgere il pubblico in epici sing-a-long, con Capovilla nel ruolo del feroce predicatore, un ruolo che gli calza davvero a pennello. Tocca al DJ Set degli Aucan, spettacolo in bilico tra ottima elettronica e immagini collegate, e al francese Niveau Zero, amico d’oltralpe proprio della band bresciana. Il dubstep del producer d’oltralpe va alla grande, ed è proprio il modo giusto di chiudere una serata che, qualche problema logistico a parte, si è rivelata perfetta. Che problema? Pochi tavoli davvero al coperto e al caldo, il divieto di fumare all’interno non applicato, l’elevatissimo numero di fotografi… Tutti piccoli nei impercettibili in un meccanismo, quello della Tempesta Dischi, che continua a girare alla grandissima.