Il Coro Juvenes Cantores dà vita ad un manoscritto di 1000 anni
Domenica 18 dicembre il coro J.C. di Plasencis presso il Duomo di San Michele Arcangelo a San Daniele del Friuli eseguirà “Ecce Dominus Veniet”, la prima e unica reinterpretazione in chiave moderna della musica contenuta nell’antichissimo MS. 4 “Mattutinale Aquileiese” guarneriano. L' ingresso sarà gratuito.
“Far risuonare ancora la voce di un manoscritto vergato più di mille anni fa è molto di più di una operazione culturale: restituisce infatti tutto lo stupore e la meraviglia che le antiche pergamene sanno preservare nell’ombra degli scaffali. Ci regala l’opportunità di trasformarne il loro fruscio in voce. Una voce che da dieci secoli nessuno ha più riascoltato” – con queste parole il professor Angelo Floramo, storico e consulente scientifico della Biblioteca Guarneriana, introduce il lavoro che ha portato alla nascita dell’opera “Ecce Dominus Veniet”, per coro, soli, saxofono contralto, pianoforte e percussioni, tratta dal manoscritto guarneriano numero 4 e che debutterà nel Duomo di San Daniele. Un’occasione unica per ascoltare le antiche e complesse musiche di un manoscritto tutt’oggi conservato fra gli scaffali della Biblioteca Guarneriana e che continua a tramandare sapienza e bellezza a tutti coloro che hanno stupore nel cuore. Il progetto di recupero e valorizzazione dell’opera è curato dal Coro Juvenes Cantores di Plasencis in collaborazione con la Civica Biblioteca Guarneriana ed il sostegno del Comune di San Daniele.
Il manoscritto guarneriano numero 4, ben noto agli studiosi di tutto il mondo, è uno degli esemplari più rari e antichi della liturgia patriarchina della chiesa madre d’Aquileia. Giunse nell’abbazia di Moggio Udinese nel 1117, portato dai monaci di San Gallo (Svizzera) assieme ad altri importanti corredi. Le sue prime antifone sono dedicate alla settimana dell’Avvento e dunque all’attesa del Natale che i monaci trascorrevano in canto e preghiera, secondo la rigida prescrizione della “Regula” di Benedetto. Il manoscritto è infatti testimone dell’arte del canto aquileiese. Le parole e i suoni contenuti nell’antico codice dischiudono la sorpresa della prima notazione musicale che l’occidente medievale conobbe, quella che gli specialisti chiamano neumatica in campo aperto: si tratta di piccoli segni, poco più di linee, punti, accenti, che posti sulle parole indicavano al maestro quanto si dovesse modulare la voce.
Intraprendendo un viaggio mai prima tentato, da un’idea del professor Angelo Floramo, la Guarneriana ha quindi voluto recuperare le antiche antifone del manoscritto con l’intento di riproporre al pubblico l’eterea bellezza della sua musica; un lavoro lungo oltre quattro mesi, che è culminato con la trascrizione attraverso contaminazioni jazz, capace di fondere l’antico e il moderno. Una meraviglia che verrà proposta a chi vorrà regalarsi l’opportunità unica di lasciarsi trasportare dall’opera, inseguendo quel Mistero di cui le antifone raccontano tutta la sorpresa. A proporre la lettura in chiave moderna della musica antica contenuta nel codice guarneriano e interpretare l’opera sarà il Coro Juvenes Cantores di Plasencis diretto dal maestro Erica Zanin, accompagnato da Bruno Sebastianutto al pianoforte, Margherita Crisetig al sassofono contralto e Alessandro Piputto alle percussioni. La trasposizione musicale è curata dal maestro e compositore Francesco Zorzini, che commenta: “‘Ecce Dominus Veniet’ nasce dallo sviluppo tematico di tre frammenti melodici del Ms. 4. Il lavoro è un omaggio affascinato alla bellezza e raffinatezza del mondo musicale antico e coniuga la monodia medioevale con ritmi e sonorità del presente, nella convinzione che, pur nella sua difficile decifrazione, il manoscritto vecchio di mille anni possa essere ancora vicino alla nostra contemporaneità, possa parlarci e commuoverci.” “Abbiamo accolto con grande entusiasmo la proposta di collaborare a questo progetto che ci permetterà di far conoscere, divulgare e reinterpretare queste antichissime musiche. Presentare un repertorio così complesso attraverso una modalità di lettura più vicina al vissuto musicale odierno è stata certamente una sfida, che ci auguriamo possa coinvolgere il pubblico con lo stesso trasporto che percepiamo quando lo eseguiamo.” – conclude il direttore e maestro del coro Juvenes Cantores di Plasencis Erica Zanin.
Al progetto di reinterpretazione dell’opera ha collaborato attivamente anche la Biblioteca Guarneriana di San Daniele del Friuli, che ha messo a disposizione il manoscritto per la trasposizione delle sue antifone. Elisa Nervi, Direttore della Civica Biblioteca Guarneriana commenta così: “La Guarneriana è una biblioteca con fondi di grandissimo valore e se lo scopo prioritario della nostra Istituzione resta quello della loro conservazione per le future generazioni e del loro studio da parte degli studiosi, siamo anche profondamente stimolati dalla generosità filantropica del gesto di Guarnerio d’Artegna - che nel 1466 donò alla città i 173 manoscritti che aveva raccolto nell’arco della sua vita perché, come dispone nel suo testamento «se alcuno... volesse leggere o studiare potesse farlo nella stessa libraria e non altrove... ». Proprio quest’anno la Guarneriana celebra il 550° della sua fondazione e, nell’intendimento di declinare nel linguaggio contemporaneo lo spirito umanista di Guarnerio, la biblioteca ha innanzi tutto aperto il proprio scrigno realizzando una teca digitale, dove online, dal proprio sito web, è visibile la digitalizzazione integrale dei propri più emblematici manoscritti e - in chiusura d’anno -, promosso insieme al Coro Juvenes Cantores di Plasencis questo nuovo progetto di valorizzazione del proprio patrimonio. Se la teca digitale offre una modalità di visione dei nostri tesori, nell’evento di domenica 18 dicembre ci sarà modo di dare nuova voce, una voce contemporanea, ad uno dei nostri codici tra i più preziosi.”
Il progetto è patrocinato e sostenuto dal Comune di San Daniele del Friuli. ConsueloZanini, Vicesindaco e Assessore alla Cultura, aggiunge: “L’amministrazione comunale di San Daniele ha deciso di collaborare e sostenere la realizzazione di questo progetto in quanto si tratta di un’operazione culturale multisciplinare, volta a valorizzare uno dei manoscritti custoditi nella nostra biblioteca Guarneriana, perseguendo così l’obiettivo di promozione e di diffusione del patrimonio guarneriano. Sarà sicuramente emozionante sentire uno dei manoscritti più famosi portato in musica, grazie al lavoro e all’impegno del coro J.C. di Plasencis e dei maestri Erica Zanin e Francesco Zorzini.Ringrazio mons. Marco Del Fabro per averci concesso la possibilità di presentare il concerto in Duomo, con l’augurio che sia solo il primo di una lunga serie di repliche nella nostra Regione”