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I Coma Cose in concerto a Udine, tra l'amore per il Friuli e i progetti futuri

La Notte Bianca 2018 sarà chiusa dal concerto della rivelazione musicale del momento. La nostra intervista

I Coma Cose, duo italiano dallo stile unico e personale che alterna rap e melodie, saranno in un concerto live al castello di Udine per la chiusura della Notte Bianca 2018. Ad aprire la serata ci sarà il dj set di Love Will Say No (Luka Carnifull), producer udinese. A seguire il concerto di Venerus, artista che ha debuttato entrando subito nella top ten della "Viral 50 Italia" di Spotify con il singolo “Non ti conosco”. Il duo, formato da Fausto Lama e Francesca alias California, è nato quasi per caso nell'inverno del 2016. Entrambi lavoravano come commessi in un negozio, e parlando spesso di musica è nata la voglia di provare a fare qualcosa insieme. Tra febbraio e giugno 2017 pubblicano quattro video, e nell'autunno dello stesso anno escono con "Inverno ticinese", un concept Ep. A dicembre il loro primo tour, e a inizio marzo il nuovo singolo "Post concerto". A maggio annunciano il tour estivo e pubblicano il nuovo singolo e videoclip "Nudo Integrale".

L'intervista

Da dove deriva il nome del vostro duo? Cosa vi ha ispirato?

«Ho conosciuto Fausto tre anni fa, in un periodo della nostra vita che non piaceva ad entrambi. Facevamo i commessi e nel negozio non c'era una bella situazione. Entrambi venivamo da due ambienti diversi, lui ha sempre fatto musica da quando aveva 15 anni, io invece i lavori più disparati, dalla barista, al falegname, alla designer di borse e zaini. Volevamo fare insieme qualcosa di artistico, anche perchè entrambi abbiamo sempre fatto qualcosa di creativo nella vita. Avevamo le stesse visioni su quello che volevamo fare, ed eravamo d'accordo rispetto alla musica da produrre, anche se abbiamo gusti musicali differenti. Ci siamo guardati in faccia e abbiamo detto "creiamo un progetto musicale". All'inizio, visto la situazione che stavamo vivendo, il nome doveva essere solo Coma, ma abbiamo visto che era già stato preso, quindi abbiamo aggiunto Cose».

Francesca, tu sei originaria di Pordenone. Senti la mancanza della nostra regione?

«Da nove anni abito a Milano. Sono andata via dal Friuli perchè volevo cambiare aria. I primi anni fuori sono stati belli, ma anche difficili. Milano è una città singolare e totalmente diversa da Pordenone e dal Friuli. Mi sono abituata a vivere qui, ma mi manca sempre comunque casa. Quello che mi manca del Friuli sono gli affetti, gli amici, gli spazi aperti, il cielo a 360 gradi sopra la testa, che qui a Milano non esiste. Noi in Friuli abbiamo un panorama singolare, dalla pianura alle catene montuose, e questo mi manca. E poi il vino. A Milano costa molto e non ci sono i vini buoni come da noi. Mi manca anche l'atmosfera da bar e da osteria, quella vera. Cerco comunque di tornare abbastanza spesso a casa».

Meglio Milano o la tua città natale?

«Mah. Adesso sto molto bene a Milano, mi sono abituata. I primi anni sono stati duri, ma ormai mi sento a "casa". Qua ho la mia vita, le mie cose, viaggio anche molto ultimamente. Negli ultimi sei mesi sono sempre in giro, e quando torno a Milano sono felice. Ti offre quello che vuoi, dal cibo alle due di notte, ai musei e ai locali. C'è sempre la mancanza di casa, sono le mie radici. Un giorno forse ci tornerò, da grande».

È stato difficile entrare, e avere successo, nel mondo della musica?

«Sì, è stato difficile, anche perchè è un momento storico strano e prolifico. Negli ultimi anni molte logiche del mercato e della musica sono cambiate. L'avvento dei talent, dei social, di Spotify e di YouTube hanno aperto le strade a chiunque. Cioè, tutti possono caricare online un contenuto. Sul web c'è molta visibilità. Il nostro percorso è stato molto veloce, abbiamo iniziato un anno e mezzo fa, anche se stiamo lavorando da tre anni sulle canzoni e suoi video. Per avere successo ci vuole tanto impegno, è un lavoro vero e proprio. Bisogna scartare, rifare, ricomporre. Noi curiamo tutto, dai testi, alla produzione, ai video, con il sostegno di altre persone. C'è tanto impegno, che però viene ripagato. La difficoltà sta nel non accontentarsi mai, fare e rifare le cose finchè non si è soddisfatti».

Cosa ne pensi del panorama musicale italiano moderno?

«Due o tre cose nuove mi piacciono, poi c'è fin troppo. C'è molto di nuovo. Mi piace tanto Ghali, che ha dato un punto e una svolta al panorama musicale odierno, sia con le sue canzoni, sia per il suo stile. Mi piace anche Myss Keta, con un progetto singolare e diverso».

Siete un mix di vari stili diversi, quali sono i generi o i cantanti italiani che vi hanno ispirato e che vi ispirano?

`Sicuramente ci ispiriamo al cantautorato classico italiano, che ci ha sempre accompagnati e ci accompagna tutt'ora. Da Battisti, a Lucio Dalla, a Francesco Guccini. Anche i Tre Allegri Ragazzi Morti».

Progetti per il futuro?

«Abbiamo preso da un mese uno studio a Milano, e stiamo lavorando a delle canzoni e vogliamo fare un album. Poi vediamo. A settembre/ottobre se abbiamo abbstanza canzoni facciamo un disco, altrimenti un Ep. Abbiamo molte date per il nostro tour estivo, e siamo molto impegnati. Appena rientriamo a Milano ci buttiamo in studio e iniziamo a lavorare».

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