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"Catharsys", il nuovo progetto del friulano d'adozione Yassine Marroccu

Un film che, partendo dal basso, vuole celebrare e dare voce a ogni forma di minoranza, per ritrovare un senso in un mondo che sembra non avere più speranze ma dove ancora non tutto è perduto

Un nuovo progetto cinematografico approda a Udine, quinta tappa di un viaggio iniziato in Marocco che giunge in Regione dopo aver oltrepassato le frontiere di Stati Uniti, Francia, Belgio, Paesi Baschi e Serbia. Si tratta di Catharsys or the Afina tales of the lost world (letteralmente Catarsi o i racconti di Afina del mondo perduto) del regista italo marocchino Yassine Marroccu e racconta la vita straordinaria di un uomo 'ordinario', Jamal Afina uno di noi, uno qualunque la cui esistenza si intreccia con quella di altri sette personaggi, che inconsapevolmente, lo aspettano da molto tempo per chiudere il cerchio delle proprie vite. Nel 2021 in un futuro incerto ma non molto lontano, mentre nell'intero globo non piove da quattro mesi, Jamal viene scelto casualmente come ospite in una famosa trasmissione radiofonica. Giorno dopo giorno egli racconterà la sua storia, una storia costellata di incontri eccezionali e mai casuali con i chi sta ai margini della società, coloro che vivono sul ciglio della non accettazione da parte del mondo circostante e che Jamal conoscerà in prigione, in un ospedale psichiatrico, in un campo profughi... Filo rosso della sua incredibile esistenza, la ricerca dell'amore perduto, a muovere ogni suo passo sarà sempre infatti l'audacia del sentimento. Un film che, partendo dal basso, vuole celebrare e dare voce a ogni forma di minoranza, per ritrovare un senso in un mondo che sembra non avere più speranze ma dove ancora non tutto è perduto.

Per Yassine Marroccu, nato a Casablanca da padre italiano e madre marocchina e vissuto per molto tempo a Udine, la scelta del Friuli è stata naturale; non solo per la sua particolare collocazione geografica, un ponte tra l'Europa occidentale, centrale e balcanica - specchio di culture e lingue differenti - ma anche per il vissuto che accompagna e accumuna la sua gente: quello di chi è dovuto emigrare e ricominciare dal principio, di chi nelle difficoltà del post terremoto ha lavorato duramente per ricostruire un'esistenza migliore, quello di chi, in sostanza, possiede una consapevolezza 'maggiore' e ha qualcosa da insegnare a ciascuno di noi. Ed è così che la storia e la peculiarità di un luogo diventano un messaggio di interesse universale che coinvolge tutti, senza distinzioni. Il mezzo cinematografico vuole anche essere un omaggio alle innumerevoli bellezze di questa regione il cui patrimonio naturale merita uno sguardo attento, sia per chi non lo ha mai visto ma anche per chi già lo conosce e forse non si sofferma abbastanza a osservarlo.

La macchina da presa di Catharsys or the Afina tales of the lost world (produzione italo marocchina Ns ciné e Videe) dopo aver girato nel deserto del Sahara e negli Usa del post 9/11, 'inseguirà' il nostro personaggio in alcune zone particolarmente significative del territorio regionale come l'ex ospedale psichiatrico di Udine e la risiera di San Sabba di Trieste, luogo in cui la memoria si fa amara, ma proprio l'intensità del ricordo rende necessario, quasi obbligatorio, raccontarlo e non dimenticarlo. Sabato 12 marzo verrà girata una scena di festa che vedrà la partecipazione del gruppo musicale Radio Zastava, mentre sabato 19 marzo le riprese si sposteranno all'interno dell'ex ospedale psichiatrico di Sant'Osvaldo per poi proseguire verso il campo profughi di Enemonzo in Carnia.

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