Anche l'arte ritorna alla vita con le "risurrezioni artistiche" all'Arttime
Prosegue la ripartenza di ARTtime - mercoledì 12 maggio 2021 alle ore 9:00 apre i battenti la collettiva “Risurrezioni artistiche”, sempre all'insegna della più totale sicurezza, seguendo tre semplici regole: mascherina obbligatoria, massimo 5 persone presenti all’interno contemporaneamente (ovviamente mantenendo la distanza di almeno un metro l’uno dall’altro), soluzione idroalcolica per l’igienizzazione delle mani a disposizione dei visitatori.
La nuova mostra “Risurrezioni artistiche” - come suggerisce il titolo – trae ispirazione dal tema del ritorno alla vita, spunto essenziale per tutti in questo periodo e rimarrà aperta e visitabile fino a martedì 25 maggio.
Espongono: Licia Bertin, Eleonora Brianese, Tino Brugnotto, Stefano Guadagnoli, Gilberto Sartori e Sara Stavla.
A chi non è capitato di interpretare i “volti” delle nuvole, le “immagini “ che producono al buio alberi e montagne? Licia Bertin è partita così (nell'ormai lontano 1998) come artista, trasferendo su tela, con i colori ad olio, le sue visioni di una realtà percepita, sognata, simbolica. Solo nel 2002, le sue mostre con rappresentazioni di antichi manieri e armature, cavalli e nature magiche, è riuscita a trasferire le sue angosce, i suoi sogni, le sue visioni come se in una vita precedente avesse vissuto quell'epoca. Ma un artista evolve, come gli eventi della storia, ed ecco che cambiano i materiali (tempera) e i suoi sogni (oggetti e persone di tutti i giorni), ma ancora una volta dipinti in una maniera surreale, tanto da rendere la realtà non più riconoscibile e velata di mistero.
Eleonora Brianese attualmente risiede a Udine, dopo 8 anni sull’Isola di Murano, dove ha sviluppato la sua tecnica arricchendola del collage, con tridimensionalità a volte scultoree, nuove forme e materiali, spesso provenienti dall’arte della lavorazione del vetro. Dà particolare importanza oltre che alla pittura che esprime messaggi, alla comunicazione e scambio che avvengono mediante l’arte. La pittura come ponte, mezzo attraverso il quale non solo trasmettere la propria passione e tecnica, ma che può permettere di esprimersi al meglio collaborando tra artisti. Recentemente l'ars pictorica le ha dato l’opportunità di creare collegamenti anche tra realtà molto differenti come quelle dell’enologia e delle arti visive, espressa mediante la pittura di etichette e bottiglie di vino.
Tino Brugnotto è nato a Treviso nel 1954. Dai primi anni '80 il pittore espone i suoi dipinti in mostre personali e collettive ottenendo consensi dagli addetti ai lavori, dalla critica e dalla gente comune. Vive e lavora a Padova, una città a cui si sente legato da un grande senso d'appartenenza e da lui profondamente amata. Padova, soggetto ricorrente nei quadri di Brugnotto, viene celebrata dall'artista che ripropone nella sua visione coloristica, con cromatismo fantasioso e leggero ricco di brillanti riverberi una metamorfosi surreale e onirica del reale che tuttavia conserva un'ordinata compostezza. Le sue opere si possono a tutti gli effetti considerare delle vedute attraverso una lente caleidoscopica e immaginaria caratterizzata da un intrigante ed originale eclettismo stilistico.
L'arte di Stefano Guadagnoli è spontanea e genuina, segue propri ideali estetici senza nulla concedere al superfluo o all'artificioso. I colori freddi dell'azzurro cielo disegnano una scenografia perfetta dove i suoi personaggi, i suoi paesaggi sembrano sospesi in una surreale espressione poetica. I suoi colori esprimono tutto l'amore per ciò che egli rappresenta e lo comunicano al fruitore parlando direttamente al suo cuore. I suoi personaggi sereni e luminosi diventano luoghi dell'anima, del ricordo spontaneo di ognuno di noi. Raccontano, grazie a giochi prospettici, uno spazio quasi irreale, dove le piazze diventano deserte e dove la passione dell'artista per il teatro le fanno sembrare delle vere e proprie scenografie dove lo spettatore diventa protagonista della scena.
Gilberto Sartori si può dire che abbia respirato arte sin dalla nascita, infatti il padre – pittore anch'egli – gli ha trasmesso la passione per la pittura, un sentimento innato che lo ha portato a conseguire il diploma presso l'Istituto d'Arte di Padova. Ha completato poi la sua formazione con i maestri Nardo, Bortoluzzi, Strazzabosco e Milani. I dipinti di Sartori derivano da emozioni percepite da realtà visive e trasformate in un gioco di cromatismi informali. Sono opere che raffigurano la quotidianità, ricordi che lo legano ad ambienti familiari, un paesaggio trasfigurato, creato e ottenuto per dare preziosità e importanza alle cose. Dipinti che sono un abbandonarsi ad un equilibrio interiore, dove lo sguardo libero nei movimenti coglie la normalità delle cose e le trasforma sulla tela.
Sara Stavla nel suo percorso di ricerca pittorica ha seguito l'insegnamento di maestri quali Bortoluzzi, Galuppo, Manoleva e Kramer. L'artista ha partecipato di recente a varie esposizioni, sia personali che collettive, tra esse spiccano la personale del 2019 “Geologia dell’Interiore” presso la Galleria Città di Padova o “Tentazione del Colore” presso la Sommer Akademie di Bohlen (Germania) e nel 2018 “Sequenzen” alla Galerie der Sozialkasse des Baugewerbes a Berlino. Nei suoi dipinti l'artista desidera mettere in evidenza un tema che l'ha sempre affascinata: l'esplorazione lungo i confini del concreto e del visionario. L'intento è quello di interpretare la trasmutazione della materia che si separa e si riunisce, come il razionale e l'irrazionale nell’essere umano.
Ricordando ancora le regole in principio menzionate: mascherina obbligatoria, massimo 5 visitatori presenti contemporaneamente all’interno, soluzione idroalcolica per l’igienizzazione delle mani a disposizione dei visitatori. Ingresso libero.