A 39 anni dalla Legge Basaglia ecco cos'è oggi l'ex manicomio di Sant'Osvaldo
Era il 13 maggio del 1978 quando venne approvata la legge che permetteva la chiusura dei manicomi in tutta Italia. Oggi l'ex-manicomio di Sant'Osvaldo è diventato una vera e propria "Cittadella della salute"
Un anniversario che segna indubbiamente la storia della medicina moderna, il riconoscimento della diagnosi psichiatrica e l'apertura di una nuova branca della disciplina che quel momento in poi avrebbe affrontato in maniera didattica e formativa il tema della malattia mentale.
LA STORIA Accadeva 39 anni fa con l'emanazione della legge Basaglia, che che impose la chiusura dei manicomi italiani, regolamentando il trattamento sanitario obbligatorio. Con questa stessa legge nel 1996 si chiusero anche le porte del complesso di Sant'Osvaldo. Un riflesso importante per la storia del Friuli, un edificio nel quale per oltre 90 anni furono ricoverati oltre 100mila friulani. Realizzata all'inizio del secolo scorso la strattura, che si compone di 33 edifici, ha rappresentato uno degli insediamenti di psichiatria asiliare più grandi in Italia.
IL PRESENTE Oggi Sant'Osvaldo si propone come una vera e propria Cittadella della salute, anche grazie alle azioni di diversi enti che hanno contribuito alla sua riqualifica. A seguito degli interventi legislativi del 1996, la struttura udinese diviene oggetto di una sperimentazione significativa, promossa dall’Azienda per i Servizi Sanitari, finalizzata alla riconversione della spesa per l’assistenza sanitaria residenziale in progetti di salute personalizzati.
RIQUALIFICA Parallelamente è avviato un processo di riqualificazione architettonica, paesaggistica e botanica e di valorizzazione delle cooperative sociali, situate anche all’interno delle strutture ex-manicomiali. Oggi a Sant'Osvaldo vengono organizzate mostre, trovano luogo sedi di diverse associazioni come Itaca, Futura, la comunità del Sert, Centri Diurni e uffici del CSM.
