Alla Ubik la Grande Guerra vista attraverso le sofferenze della povera gente
L’altra Caporetto, la Grande Guerra vista attraverso le sofferenze della povera gente
C’è il Friuli sullo sfondo della terribile vicenda di dolore e di guerra raccontata nel libro “L’altra Caporetto” di Albarosa Ines Bassani.
A discuterne con l’autrice saranno il giornalista Antonio Di Lorenzo e lo storico ed editore Paolo Gaspari.
Il volume racconta la Grande Guerra vista dal basso, secondo la prospettiva delle sofferenze subite dalla popolazione specie nella sinistra Piave. Che furono davvero spaventose. Ne è prova la vicenda delle trecento ragazze e donne, soprattutto malate di mente e orfanelle, accudite da 24 suore dorotee all’ospedale di Valdobbiadene, che si ritrovarono al centro del conflitto tra tedeschi, austro ungarici e italiani dopo l’invasione del Veneto seguita alla rotta di Caporetto. Suor Gertrude Bisson, maestra per trent’anni a Valdobbiadene, tenne un diario di quella esperienza: suor Albarosa ha ritrovato quel materiale sepolto nell’archivio e, grazie a tre anni di ricerche, ne ha ricavato un libro “dolorante e bellissimo”, secondo la definizione di Corrado Stajano.
Fuggiti i medici e il personale sanitario in quel 1917, a Valdobbiadene solo le suore rimasero ad accudire malate e orfane sotto i bombardamenti degli italiani dal Grappa e dal Montello. Quel calvario durò due mesi. Distrutto l’ospedale, il folto gruppo riuscì a fuggire e a raggiungere l’ospedale di Vittorio Veneto, nel quale 180 di loro morirono di stenti e di freddo. Tanto “i matti sono inutili alla società”, commentò un medico. Fu celebrato anche un processo contro i responsabili di quell’eccidio. Dal Veneto, fortunatamente, le novanta scampate trovarono rifugio all’ospedale di Palmanova. Qui, il giorno della vittoria italiana, gli austriaci consegnarono le chiavi della struttura alla superiora delle dorotee e all’ufficiale medico prigioniero. A Palmanova le suore restarono due anni ad accudire i malati, reduci dalla guerra.
Frattanto un altro gruppo di suore, con le bambine dell’orfanotrofio, scappò lontano dal fronte assieme agli abitanti di Valdobbiadene. Il gruppetto delle orfanelle fu accolto dapprima nella canonica di Revine Lago ma in quel “lungo anno della fame”, ramingarono ovunque con un carrettino in cerca di un po’ di grano per la polenta; e quando la popolazione non aveva più niente e il denaro non valeva più nulla, barattarono la biancheria e i rocchetti di filo, per avere un poco di cibo e qualche medicina per le orfanelle. Queste donne coraggiose percorsero centinaia di chilometri a piedi tra Veneto e Friuli, da un campanile all’altro, da un comando di tappa all’altro, passando da Vittorio a Pordenone, oltre i fiumi Meduna e Livenza, fino verso il Tagliamento.
Albarosa Ines Bassani, delle Suore Dorotee di Vicenza, è una delle prime due donne, nella storia delle Chiesa, nominata Consultore Storico per le Cause dei Santi, ed è la prima suora membro dell’Accademia Olimpica di Vicenza, la più antica Accademia d’Italia, sorta nel 1555. Ha pubblicato vari studi di storia contemporanea religiosa, sociale ed economica veneta.