Al Teatro Nuovo parte il "viaggio sonoro" nella Divina Commedia di Dante
In occasione delle celebrazioni per il 700mo anniversario della morte di Dante, anche il Teatro Nuovo Giovanni da Udine propone al pubblico un omaggio speciale al padre della lingua italiana. Si tratta di “Al suon de la sua voce”, tre ascolti immersivi nella poesia della Divina Commedia di Dante Alighieri per un progetto artistico di Giuseppe Bevilacqua, che sarà disponibile liberamente sul sito del Teatro, www.teatroudine.it, sezione podcast, a partire dal 25 marzo in occasione del Dantedì.
Ogni ascolto dedicato a una cantica
Ogni ascolto, della durata di circa 45 minuti, è dedicato a una cantica. Alla voce del direttore prosa del Teatro Nuovo si accompagneranno quelle di Serena Costalunga e Gianni Nistri e gli appunti di critica dantesca a cura di Domenico De Martino, mentre per la parte musicale si potrà ascoltare Matteo Bevilacqua al pianoforte e il Coro Polifonico di Ruda diretto da Fabiana Noro.
L'ascolto binaurale
Caratteristica saliente di questo omaggio al Sommo poeta sarà la possibilità dell’ascolto binaurale, con una spazializzazione del suono registrato di grande suggestione acustica. La lettura dell’attore e regista Giuseppe Bevilacqua, tra i massimi esperti di tecnica vocale in Italia e sensibilissimo interprete dei versi danteschi, è “spazializzata” grazie al disegno del suono binaurale a cura di Alessandro Sdrigotti e Claudio Parrino. Questo processamento del suono ottiene effetti di grande suggestione acustica, particolarmente adatta ad immaginare i percorsi fisici e metaforici dei versi danteschi, permettendo all’ascoltatore di vivere una esperienza immersiva in un suggestivo “paesaggio sonoro”.
Le presenze femminili della Commedia sono interpretate dalla brillante vocalità di Serena Costalunga, attrice friulana neodiplomata all’Accademia Silvio D’Amico, mentre i canti sono brevemente introdotti da parafrasi lette da Gianni Nistri e conclusi da appunti di critica dantesca registrati direttamente dall’autore, Domenico De Martino, docente di Storia della critica letteraria dell’università di Pavia e direttore del Festival Dante2021 di Ravenna.
Riprogettare il mondo, l'eredità dantesca
“Dopo un primo omaggio al Paradiso dantesco rappresentato dallo spettacolo di apertura della nuova stagione di prosa, uno dei pochissimi che siamo riusciti a mettere in scena a causa della pandemia – spiega Giuseppe Bevilacqua –, volgiamo nuovamente lo sguardo sull’immensità della Divina Commedia con il proposito di dare un segnale di qualità e impegno in un momento difficile come quello che stiamo attraversando. La possibilità di riscoprire il mondo, e quindi di credere di poterlo riprogettare, migliorare, è forse l’eredità più grande che ci ha lasciato Dante e speriamo che il nostro pubblico possa cogliere questo anelito di speranza anche nel piccolo lavoro che ci ha visti impegnati a teatro nonostante il fermo di questi mesi”.