A Udine ritornerà il palio?
Se n'è riparlato a Porta Aquileia in occasione delle rimembranze civiche di fine anno
“Intervengo con piacere a quello che rappresenta l'ultimo rito connesso alla breve rinascita contemporanea dei ludi palieschi udinesi tra 1994 e 2002. Nel 2000, infatti, come segretario cittadino di un Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” culturalmente proiettato sul territorio a promozione capillare delle identità civiche, supportai l'intento della 'capitana ' del borgo udinese di Aquileia, l'intrepida Anna Maria Gisolfi, che a fine anno si era riproposta di ricordare la compianta 'tenente' cavallerizza Barbara Liberale, allora prematuramente scomparsa. Nacque, quindi, l'idea di commemorare ogni 31 dicembre, insieme senz'altro all'indimenticata collaboratrice dello staff del palio, tutti i borghigiani defunti nei secoli, con una specifica deposizione floreale presso lo storico pozzo di Porta Aquileia, metafora interculturale del nesso tra passato e presente, tra defunti e viventi, legame storico e ideale sul quale rifondare un senso di comunità in una Udine morta sul piano identitario. All'amica Gisolfi, valida udinese oriunda 'foresta', appassionata e vulcanica promotrice dello spirito rionale locale, rinnovo, certamente a nome di Academie dal Friûl e del connesso movimento del Fogolâr Civic, profonda stima e auspici di rinascita dell'iniziativa spontanea nei quartieri, anche magari attorno a una prospettiva di riproposizione del palio storico cittadino, come strumento riverberante un senso di comunità borghigiano”. Così, il prof. Alberto Travain, presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico "Fogolâr Civic" e del Circolo Universitario Friulano "Academie dal Friûl", intervenuto il 31 dicembre 2017 alle pie rimembranze civiche promosse dall'Associazione “Antico Borgo Aquileia” presso lo storico pozzo rionale. Dopo l'indirizzo di saluto e il momento commemorativo a cura della “capitana” Gisolfi, ha preso la parola il cameraro presidente dell'Arengo comunale, prof.ssa Renata Capria D'Aronco, presente insieme al procuratore arengario arch. Amerigo Cherici, a testimoniare la vicinanza dell'assemblea civica popolare nei confronti di chi si spende per il bene della comunità. La D'Aronco ha inoltre ventilato l'ipotesi che l'Arengo udinese possa costituirsi come soggetto primo promotore di una rinascita del palio cittadino come volano di rinnovamento capillare delle sfere d'appartenenza territoriale. Su tali prospettive, la “capitana” Gisolfi si è manifestata possibilista e disponibile. Affossata nel 2002 la manifestazione “Paliodonna”, i cosiddetti “Borghi” udinesi non sono mai riusciti a riproporre qualcosa di vagamente assimilabile all'evento cui a un certo punto avevano rifiutato di partecipare. Come si dice: “se son rose, fioriranno”. Presenti delegazioni dei sodalizi Antico Borgo Aquileia, Fogolâr Civic, Academie dal Friûl, Club per l'Unesco di Udine oltreché della summenzionata Assemblea municipale arengaria. Oltre alle usuali rose gialle rionali, in tale occasione, presso l'antico pozzo, è stata deposta dal Fogolâr Civic anche una dedica richiamante il simbolo delle stelle alpine, evocante quindi l'omonima centenaria canzone friulana a celebrazione del perdurare degli affetti oltre la stessa morte, con un cartiglio recante la scritta “Par chei di Bordolee che no son plui”.