A lezione di design: la storia del triangolo della sedia
Sabato 3 ottobre 2015 alle ore 10.00 l'auditorium di via Antica 16 sarà sede dell'incontro A lezione di design: la storia del Triangolo della Sedia, con Anna A. Lombardi, che racconterà come è nata e perché si è sviluppata la produzione della sedia proprio in questa zona. L' introduzione sarà fatta dal prof. Dario Del Zotto, che rammenterà quanto le radici dell'Istituto affondino nella storia stessa del comparto produttivo della sedia e quanto la scuola sia espressione dell'identità di un territorio che guarda avanti.
Qualche cenno storico:il design serpeggia lungo una storia industriale che si dipana per oltre centocinquanta anni riservando non poche sorprese. Nel 1961, per dirne una, porta Silvano Montina, dell'omonima azienda friulana fondata nel 1919, ad essere uno dei mobilieri fondatori del Salone del Mobile di Milano. Per dirne un'altra: il movente che provoca la concentrazione dell'industria della sedia in Friuli è una tassa. Si tratta del dazio che gli artigiani devono pagare quando, nel 1866, l'Impero Austro-Ungarico cede tutto il Friuli al Regno d'Italia, tranne la contea di Gorizia e di Gradisca. Qui c'era una comunità di artigiani dedito alla produzione di sedie che lo spostamento del confine isola dal loro tradizionale mercato di sbocco. Conseguenza è la migrazione di una ventina di famiglie nei vicini comuni italiani. Fabbricavano soprattutto sedie rustiche, alcuni si cimentavano anche con modelli più pregevoli ispirati alla Thonet, ma è con le semplici sedie di ogni giorno che il Friuli inaugura la sua vocazione autenticamente razionalista e industriale, causa della rapida espansione di numerose aziende. Tra queste, la Montina viene fondata nel 1919. Istruttivo sapere che, per contrastare la crisi degli anni Trenta allarga la gamma di prodotti offrendo in catalogo anche giocattoli, tavole da stiro, porta-abiti. Grande successo ha la sedia da birreria, che veniva data in comodato dalle fabbriche di birra come la Moretti, la Dormish e la Dreher, in questo periodo in notevole sviluppo. Dal dopoguerra la cucina 'all'americana' è il veicolo attraverso il quale infinite varianti di sedie precipitano sul mercato. Arrivano i mitici anni Settanta e negli annali delle idee creative rimane una collezione disegnata da Alain Delon. Il noto attore verrà alcune volte in Friuli, e Vittorino Sabot - tycoon locale, con le sue pellicce, le sue automobili, il suo dragamine britannico trasformato in yacht e le belle donne di cui si circondava - lascerà memorabile segno di una "Dolce Vita" tutta friulana. Ma è negli anni Ottanta che esplode la capacità produttiva delle fabbriche del Triangolo della Sedia. Vi si costruisce circa il 70 % di tutte le sedie italiane e il 30% di quello mondiale. I grandi gruppi d'acquisto, specialmente americani, francesi e tedeschi che operano su scala mondiale, hanno trovato, nel piccolo operoso territorio compreso fra i comuni di Manzano, San Giovanni al Natisone e Corno di Rosazzo, fornitori di eccellente qualità che permettono loro guadagni miliardari. Tra piccole e grandi aziende si stabilisce una fitta rete di dipendenza. Solo alcuni marchi hanno l'opportunità di presentarsi direttamente sul mercato, altri rimangono nella sfera degli sconosciuti terzisti - aspetto non irrilevante per gli anni a venire. Tanta attività ha favorito le caratteristiche di sistema e dato impulso all'innovazione tecnologica, ma ha anche portato alla dipendenza dal mercato e a riconoscere poco valore alla cultura del progetto. Mantenere alta la qualità e basso il prezzo si è rivelata una sfida pagata amaramente che ha lasciato un territorio punteggiato di ormai vuoti "casannoni", come li ha definiti il critico Luca Zevi. La soluzione? Ricominciare dal design, parlandone con i giovani, raccontandolo nelle scuole.