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Martedì, 19 Marzo 2024
Terziario

Il turismo regionale vola, ma a Lignano mancano almeno 2mila lavoratori

Terziario Fvg: crescono fiducia e ricavi. Un’impresa su quattro chiede credito per investimenti. Confcommercio regionale: «Il turismo vola, le criticità sono l’aumento dei prezzi dei fornitori e l’impennata dei tassi. Il costo del credito penalizza le Pmi»

In controtendenza rispetto al dato nazionale, in Friuli Venezia Giulia migliora il saldo tra imprese nuove nate e imprese cessate del terziario (+36%), in un contesto in cui il settore copre il 68% del totale delle imprese extra-agricole e con il turismo che si dimostra locomotiva dell’economia della regione. Nel primo trimestre del 2023 migliora anche la fiducia nell’andamento dell’economia del paese e il dato Fvg è destinato a migliorare ancora in prospettiva al giugno 2023. Come pure è in deciso miglioramento la fiducia delle imprese nell’andamento della propria attività economica: l’indicatore passa da 44 a 50 punti alla fine di marzo e si ancora nell’area di espansione del mercato (oltre la linea del «50») in prospettiva al 30 giugno. È quanto emerge dall’Osservatorio curato per Confcommercio Fvg da Format Research e presentato in conferenza stampa dal direttore scientifico della società di ricerca Pierluigi Ascani. «Una fotografia con dati positivi – commenta il presidente regionale di Confcommercio Giovanni Da Pozzo con i colleghi presidenti di Gorizia Gianluca Madriz, di Pordenone Fabio Pillon e di Trieste Antonio Paoletti –, che conferma il trend del primo trimestre, in particolare appunto sul fronte turistico, con quasi un milione di presenze, di cui oltre uno su tre di provenienza straniera». A livello congiunturale, tuttavia, non mancano le criticità. 

Congiuntura economica

Se cresce l’indice dei ricavi (l’indicatore a marzo passa a «53» rispetto al precedente «42»), non migliora la situazione dei prezzi praticati dai fornitori alle imprese del terziario né a livello regionale, né a livello nazionale. Le imprese del terziario continuano a soffrire a causa dell’aumento dei prezzi dei prodotti, delle materie prime, dei trasporti e della logistica, e lo scenario non sembrerebbe destinato a migliorare. L’occupazione, peraltro, non desta preoccupazioni: il dato prospettico in vista dell’inizio dell’estate è pari a «53», in piena area di espansione.

Liquidità

Stazionaria la situazione dei ritardi nei tempi di pagamento da parte dei clienti. Migliora la capacità delle imprese del terziario del Fvg nel fare fronte al proprio fabbisogno finanziario. Il dato è in linea rispetto al dato medio nazionale con un trend che è destinato a migliorare ancora nei prossimi mesi.

Domanda e offerta di credito

Diminuisce la percentuale di imprese che hanno chiesto credito nei primi tre mesi dell’anno e pure di chi riceve interamente il credito di cui ha bisogno. Il 59% delle imprese ha fatto richiesta di credito per esigenze di liquidità e cassa, il 26% per effettuare investimenti, il 15% per la ristrutturazione del debito. I giudizi degli imprenditori del terziario del Fvg circa i costi ai quali il credito viene concesso continuano a peggiorare da ormai due trimestri: il credito disponibile «costa» molto di più rispetto al passato. Rimane stabile lo scenario per quel che riguarda gli «altri costi dei finanziamenti», diversi dal tasso (per esempio il costo dell’istruttoria). Stazionario l’indicatore relativo alla situazione delle condizioni del credito con riferimento alla «durata temporale del credito». Peggiora leggermente il giudizio degli imprenditori del terziario del Friuli-Venezia Giulia relativamente alle garanzie richieste dalle banche alle imprese a copertura dei finanziamenti concessi. Resta invariato il giudizio delle imprese del terziario del Fvg con riferimento al costo dei servizi bancari nel loro complesso.

Fabbisogni formativi

Nel biennio 2021-2022 il 34,8% delle imprese del Fvg ha cercato nuovo personale. Il 43,4% delle imprese che hanno ricercato nuovo personale non ha riscontrato molte difficoltà, il 29,3% afferma di aver riscontrato qualche difficoltà e il 27,3% ritiene di avere incontrato moltissime difficoltà nel reperimento del personale di cui l’impresa aveva bisogno. La scarsità di candidati con le competenze richieste costituisce la ragione principale alla base del mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Gli aspetti del business su cui queste difficoltà di reperimento del personale impattano maggiormente sono una riduzione dei ricavi per il 45,9% delle imprese, impossibilità di ampliare le fasce orarie di apertura al 24,4%, introdurre innovazioni di servizio 20,8% e aprire nuovi locali all’8,8%. Le difficoltà delle imprese nel trovare il personale del quale hanno bisogno produce come effetto una riduzione dei ricavi in media del 18%. Un caso emblematico è quello di Lignano, dove – come spiega il vice presidente di Confcommercio Alessandro Tollon – «mancano almeno 2mila persone come manodopera turistica».

Il Confidi

Il 61,2% delle imprese del terziario del Fvg è a conoscenza dello strumento del Confidi e quasi il 30% di queste ha avuto occasione di utilizzarlo almeno una volta in passato. L’utilizzo dello strumento del Confidi è stato proposto alle imprese in prevalenza dalle banche (42,8%) dalle associazioni di categoria (29,6%), dai consulenti (23,5%). La maggior delle imprese afferma che senza il Confidi non avrebbe fatto gli investimenti in programma. Dopo aver utilizzato il Confidi, oltre l’80% delle imprese si è detta «abbastanza» o «molto» soddisfatta delle strumento rispetto alle aspettative. Pensando ai prossimi due anni, nel caso in cui non potessero beneficiare del Confidi, il 54,5% delle imprese non investirebbe. Tra i diversi servizi che i Confidi potrebbero offrire, le imprese suggeriscono maggiormente i micro-finanziamenti (29,4%), e le consulenze in materia di investimenti di impresa (18,8%) e in materia di investimenti finanziari (16,3%). Oltre il 70% delle imprese giudica «abbastanza» o «molto» adeguato lo strumento del Confidi nel suo ruolo di “supporto” e di “assistenza” nella gestione degli aspetti relazionali con le banche alle quali si appoggiano. Quasi il 50% delle imprese ritiene che grazie al Confidi la relazione con la propria banca sia più semplice, quando non «molto più semplice». 
 

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