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Economia

Altre 600 imprese scomparse in regione a causa del Covid

Tre imprenditori su quattro sono però soddisfatti dell'andamento della campagna vaccinale ma, tra saldi che non decollano e l'obbligo di green pass, la fiducia degli operatori del terziario è in brusca frenata

Sono circa seicento le imprese che sono effettivamente scomparse in Friuli Venezia Giulia nei diciotto mesi di pandemia secondo quanto emerge nell’osservatorio curato per Confcommercio Fvg da Format Research. Un dato che non riflette in maniera limpida la realtà purtroppo, in quanto gli aiuti pubblici stanno tenendo a galla anche imprese quasi inattive. E sono le aziende che operano nel commercio a soffrire di più mentre quelle di servizi vedono un aumento numerico di centosettantatre unità.

Tre imprenditori su quattro sono convinti che l'andamento della vaccinazione sia adeguato e il direttore scientifico della società Pierluigi Ascani ha affermato che "si è comunque assistito ad una ripresa del clima di fiducia delle imprese del terziario". La campagna non è però sufficiente a lasciarsi alle spalle l’emergenza sanitaria: per il 61 per cento delle imprese il virus continuerà infatti a circolare.

"Viviamo una fase difficile e decisiva – commenta il presidente di Confcommercio Fvg Giovanni Da Pozzo, in rappresentanza anche dei colleghi presidenti di Gorizia Gianluca Madriz, di Pordenone Alberto Marchiori e di Trieste Antonio Paoletti –. L’adesione ai vaccini è la premessa per una ripartenza decisa dell’economia, soprattutto per i settori del commercio non alimentare e per il turismo, i più penalizzati da questo anno e mezzo di emergenza".

Le previsioni sui saldi

L’andamento della stagione dei saldi estivi lasciano prevedere un calo dell’affluenza in negozio rispetto al 2020. Al contempo, un terzo dei commercianti del Fvg si prepara a incassare meno rispetto a un anno fa. Nel complesso, il quadro rischia di essere aggravato dalla recente introduzione dell’obbligo del green pass vaccinale, che potrebbe rappresentare un ulteriore freno per la ripresa, specialmente per i pubblici esercizi.

Turismo

Ci sono già i primi segnali di rallentamento in merito alle prenotazioni per la stagione estiva. Oltre all'obbligo del green pass, pesano le paure legate all'aumento dei casi e alla circolazione delle varianti. Tutti questi fattori combinati insieme hanno provocato più di una disdetta.

Liquidità e credito

L’indicatore della liquidità delle imprese del terziario del Fvg, seppur oltre la media nazionale, è quello che cresce più lentamente. Sono ancora evidenti i segni della crisi e i livelli pre-pandemici restano distanti. La richiesta di credito alle banche è ancora a livelli molto elevati. Il 69 per cento dell'imprese che si appresta a questa attività, si vede accordare la somma richiesta con ammontare pari o superiore a quello atteso. È tuttavia crescente la preoccupazione degli imprenditori del terziario del Fvg che temono di non riuscire a ripagare il debito nei tempi pattuiti.

Focus occupazione

Non si rilevano al momento segnali di una significativa riduzione delle forze di lavoro nel terziario del Fvg. Ma,dal punto di vista della domanda di lavoro, nei primi sei mesi del 2021 il 35 per cento delle imprese ha avviato azioni per la ricerca di personale, ma sono emerse serie difficoltà nel reperire i lavoratori necessari.  Le maggiori difficoltà nella ricerca di personale si riscontrano tra gli operatori della ristorazione, del turismo e dei servizi alla persona, in prevalenza a causa della mancanza delle competenze richieste. Non a caso, circa un terzo delle imprese che hanno ricercato personale non è riuscito a trovare nessuna delle risorse richieste. Quasi il 60 per cento ne ha trovata soltanto una parte. Solo l’8 per cento ha completato la ricerca. In generale, per il 62 per cento degli operatori, le difficoltà nella ricerca di personale hanno un impatto diretto sul livello di competitività delle imprese.

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