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Economia

Safilo: sindacati e azienda uniti contro le dichiarazioni di Fontanini

"La nuova dirigenza saprà andare oltre il patetico comportamento del presidente della Provincia" secondo i rappresentanti dei lavoratori. Per l'azienda "l'interesse è di valorizzare le capacità del territorio, non di certo di delocalizzare"

"Il presidente Fontanini doveva accogliere l'invito del Gruppo che festeggia gli 80 anni di vita, e magari, conoscere di persona il nuovo Ad, che sta segnando una netta discontinuità con le strategie vecchie e perdenti della gestione precedente". Lo hanno affermato i rappresentanti sindacali friulani della Safilo, commentando le critiche del presidente della Provincia di Udine a proposito del ricevimento a Venezia per l'anniversario di fondazione del gruppo dell'occhialeria, organizzato al museo Peggy Guggenheim

"Dopo la profonda crisi che dal 2008 ha rischiato di portare al fallimento il gruppo - spiegano i sindacati - oggi possiamo parlare di rilancio e ricostruzione del perduto valore aziendale e occupazionale con Luisa Delgado alla guida, che ha già manifestato la volontà di proseguire in tal senso. Su questo fronte, i lavoratori e il sindacato friulani hanno già manifestato la volontà di non mollare e continuare la sfida per riprendere un primato che, ne siamo convinti, è assolutamente alla nostra portata; conseguentemente non condividiamo l'atteggiamento polemico e superficiale del presidente. Tuttavia siamo convinti che la nuova dirigenza saprà andare oltre il patetico comportamento del presidente della Provincia e sarà in prima linea per realizzare assieme a dipendenti e rappresentanze - concludono - i nuovi obiettivi di Safilo nel mercato globale contando fortemente sui siti produttivi di Martignacco, Santa Maria di Sala e Longarone".

Le conferme della nuova linea aziendale arrivano direttamente anche da Safilo. La portavoce dell’azienda ha confermato la "volontà del nuovo corso Safilo di tutelare l’italianità e la manodopera italiana. Proprio per questo si è scelto Venezia come luogo di celebrazione della festa, città simbolo dell’italianità nel mondo. L’interesse è di valorizzare  le capacità del territorio, non di certo di delocalizzare”. 

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