rotate-mobile
Economia Cividale del Friuli

Civibank chiude il 2022 in perdita di quasi 34 milioni di euro

Sparkasse e Civibank approvano i risultati preliminari 2022

Meno 33,8 milioni di euro. A tanto ammonta la perdita di Sparkasse, il cui Consiglio di amministrazione di Sparkasse, presieduto da Gerhard Brandstätter e quello di Civibank, presieduto da Alberta Gervasio, riunitisi ieri, 8 febbraio, per approvare i risultati preliminari 2022.

La Capogruppo Sparkasse, dopo l'Opa su Civibank, chiude il 2022 con un utile a livello consolidato di Gruppo di 175,4 milioni di euro (comprensivo del badwill realizzato con l’operazione di aggregazione) e a livello individuale di 74,7 milioni di euro.

Il risultato di Civibank

Il risultato di Civibank è influenzato da alcune componenti straordinarie legate all’integrazione, che penalizzano il conto economico. La banca esprime infatti una buona dinamica commerciale con volumi in crescita e aumento dei ricavi sia in termini di margine di interesse, sia in termini di commissioni. Entrambe registrano infatti crescite sensibili, rispettivamente del 33,3% e del 9,3%.

Il risultato finale è influenzato dalle rettifiche di valore sui crediti e sul patrimonio immobiliare strumentale, che si sono rese necessarie a fronte delle nuove politiche introdotte nel corso dell’anno, oltre che dai costi straordinari sostenuti per le iniziative di incentivazione all’esodo. La banca chiude pertanto con una perdita netta di 33,8 milioni di euro. La situazione patrimoniale della banca permane solida con coefficienti patrimoniali ampiamente sopra la soglia prevista dalla regolamentazione.

Aumento degli impieghi

La banca ha realizzato una performance commerciale che si è tradotta in un aumento degli impieghi e in una stabilizzazione della raccolta. Questa dinamica ha permesso di realizzare buone crescite delle componenti tradizionali dei ricavi, a testimonianza del soddisfacente andamento della gestione ordinaria.

L’introduzione di nuove policy maggiormente prudenziali, in particolare in materia di valutazione dei rischi, ed il deterioramento di alcune posizioni creditizie, hanno pesato sul risultato finale, determinando quindi un risultato d’esercizio negativo.

I dati

Lo stock dei crediti verso clientela passa da 3,28 miliardi di euro di fine 2021 a 3,38 miliardi di euro, con una variazione del + 3,0%. La raccolta diretta, passa da 3,32 miliardi di euro di fine 2021 a 3,25 miliardi di euro, con una variazione del – 2,0%. La raccolta gestita passa da 1,05 miliardi di euro di fine 2021 a 1,00 miliardi di euro, con una variazione del -4,5% dovuta alla riduzione del fair value delle masse gestite a seguito delle dinamiche dei mercati finanziari. Il margine di interesse si attesta a 101,9 milioni di euro, con una crescita nell’esercizio pari al 33,3%. Il margine da servizi si attesta a 39,6 milioni di euro, con una crescita pari al 9,3%. Il margine finanziario si attesta, al netto degli effetti dell’operazione di cessione/cartolarizzazione di un portafoglio di crediti deteriorati, a meno 1,3 milioni di euro, in flessione rispetto al risultato positivo dell’esercizio precedente. Il totale ricavi, al netto degli effetti dell’operazione di cessione/cartolarizzazione di un portafoglio di crediti deteriorati, si attesta a 140,3 milioni di euro, con una crescita rilevante pari al 15,9%.

Prepensionamenti e nuove assunzioni

Le spese amministrative sono risultate particolarmente impattate dall’incremento legato ai costi del personale per la manovra di incentivazione all’esodo. Tale iniziativa, che determina un costo straordinario di 6,4 milioni di euro, permetterà di offrire a più di 50 dipendenti la possibilità di optare per un prepensionamento con circa 3 anni di anticipo rispetto alle tempistiche ordinarie e permetterà d’altro canto di assumere 25 nuove risorse, consentendo così di realizzare un importante ricambio generazionale.

Gli accantonamenti a fronte dei rischi sui crediti ammontano a circa 80 milioni di euro e sono in buona parte conseguenza dell’applicazione delle nuove politiche in materia di crediti e rischi e secondariamente risultano imputabili alle difficoltà del quadro macroeconomico che hanno condotto a dover riclassificare alcune posizioni creditizie.

Nel corso del 2022 è stata tra l’altro realizzata una cessione di crediti in sofferenza di circa 72 milioni di euro, che ha permesso di alleggerire il livello dei crediti deteriorati. Gli indicatori patrimoniali esprimono valori soddisfacenti, in linea con le medie delle banche comparabili, ovvero CET1 ratio pari al 14,60% e Total Capital Ratio pari 14,94%.

Il profilo di rischio

Di particolare rilievo il miglioramento del profilo di rischio: l’indicatore relativo ai crediti non performing, NPE ratio lordo scende dal 7,5% al 6,9%, e anche l’indice netto si migliora passando dal 3,8% al 3,6%, nonostante la cessione/cartolarizzazione di un portafoglio di sofferenze con un coverage molto elevato. La copertura complessiva del deteriorato, con un valore pari al 50,4%, si mantiene comunque sopra la media delle banche less significant.

Il Cost income ratio, depurando il conto economico delle componenti relative alle rettifiche sul portafoglio immobiliare e delle perdite derivanti dall’operazione di cessione/cartolarizzazione di uno stock di crediti deteriorati, si attesta al 52,7%, in miglioramento rispetto al 53,8% del 2021.

I commenti

La presidente Alberta Gervasio ha dichiarato: «Il 2022 è stato un anno di transizione. Con il nuovo assetto e con i cambiamenti che si sono resi necessari sono state gettate le basi per guardare al futuro con una prospettiva positiva, alla luce anche della confermata solidità patrimoniale. La banca oggi è più attrezzata per fronteggiare le importanti sfide che ci aspettano. Il piano industriale che verrà approvato nel corso del 2023 avrà importanti livelli di ambizione e permetterà alla banca di giocare nei territori in cui opera un ruolo ancora più rilevante. Il sostegno alle imprese ed alle famiglie, la vicinanza al territorio e il miglioramento del livello di servizio rappresentano i principali obiettivi a cui guarderemo. L’ingresso nel Gruppo Sparkasse ci dà maggiore sicurezza in termini di potenziale di sviluppo, permetterà inoltre di realizzare importanti investimenti e consentirà di crescere anche in termini di quote di mercato».

Il direttore generale Mario Crosta aggiunge: «La banca continua a crescere dal punto commerciale e può puntare ad un ulteriore rafforzamento del proprio ruolo sul mercato. Tutte le iniziative intraprese, alcune delle quali hanno pesato sul risultato complessivo, devono essere interpretate quali necessarie per voltare pagina e guardare al futuro, avendo creato così le premesse per una crescita più sana e sostenibile. La rete commerciale continua ad esprimere un buon potenziale e sicuramente l’innesto di nuove risorse conseguenti ai previsti prepensionamenti consentirà di cogliere valide opportunità per lo sviluppo della banca».

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Civibank chiude il 2022 in perdita di quasi 34 milioni di euro

UdineToday è in caricamento