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Economia

Assegno unico per ogni figlio da gennaio 2022: come funziona

Nel 2022 il meccanismo dell'assegno unico per ogni figlio entrerà in funzione a pieno regime: prevista una maggiorazione per il secondo percettore di reddito (ovvero se entrambi i genitori lavorano) per non disincentivare il lavoro femminile

A inizio 2022 il meccanismo dell'assegno unico per ogni figlio entrerà in funzione a pieno regime: il provvedimento è pronto per il Consiglio dei ministri, primo step verso il via libera definitivo. Per ogni figlio minorenne spetterà un assegno mensile fino a 180 euro, con un extra di 80-90 euro dal terzo figlio in poi. La cifra piena sarà assegnata ovviamente alle famiglie con Isee più basso (la soglia dovrebbe essere di 9mila euro), ma 40-50 euro al mese minimo dovrebbero esserci anche per gli Isee più alti.

Le novità

Secondo le ultime indiscrezioni, con l’arrivo dell’assegno unico a partire da gennaio 2022 saranno premiate le famiglie con entrambi i genitori che lavorano. I decreti attuativi introdurranno una maggiorazione per il secondo percettore di reddito, in modo tale da non disincentivare il lavoro femminile. Circa 30 euro, dunque, verranno aggiunti all’assegno unico delle famiglie in cui a "pesare" sull’Isee (e ad abbassare l'assegno unico) sono gli stipendi di entrambi i genitori.

A chi spetterà

Da luglio in realtà l'assegno universale per ogni figlio c'è già: ha fatto il suo parziale debutto e c'è stata la proroga al 30 ottobre per presentare le domande e non perdere gli arretrati dal 1° luglio agli autonomi. Previste maggiorazioni per le madri fino a 21 anni e per chi ha figli disabili. Per i figli fra 18 e 21 anni che restano a carico del nucleo familiare e sono inseriti in percorsi di formazione o nelle liste di collocamento, ci sarà un aiuto economico ma ben al di sotto dei 180 euro.

Le altre misure

La transizione verso il nuovo assegno unico non sarà priva di difficoltà. L'assegno unico per i figli porterà alla sostituzione o eliminazione di molte misure: assegni al nucleo familiare e assegni familiari; assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori riconosciuti dai Comuni; assegno di natalità e premio alla nascita. Le ipotesi allo studio per un passaggio morbido al nuovo sussidio sono più d'una: l'addio a detrazioni per i figli a carico e Anf avrà infatti subito un impatto sui dipendenti e va evitata anche solo per pochi mesi una situazione in cui le famiglie si trovino con meno soldi in tasca: sono ben nove milioni i nuclei familiari con figli minori di 21 anni a carico.

Come funziona

L’assegno unico arriverà solo se di presenta domanda all’Inps. Non sarà quindi automatico, la domanda bisogna approntarla e presentarla. Cambieranno immediatamente le buste paga dei dipendenti, su cui i sostituti di imposta ogni mese applicano le detrazioni fiscali per i figli a carico, integrate con gli assegni al nucleo familiare (Anf). Chi lo avvertirà di più rischia di ritrovarsi con qualche centinaio di euro in meno. C'è chi ad esempio (un genitore a tempo indeterminato con reddito superiore a quello del coniuge, due figli minori di cui uno con meno di tre anni (reddito da lavoro dipendente 22.750 euro, reddito familiare 40.700 euro), rischia a fine gennaio, in teoria, una busta paga più leggera di più di 200 euro in caso di eliminazione di detrazioni e assegni familiari.

Quando

I beneficiari potrebbero inoltre ricevere l'assegno unico, realisticamente, con qualche mese di ritardo. Se infatti oggi detrazioni e Anf vengono erogati direttamente in busta paga, a erogare la nuova misura sarà l’Inps che rischia di non riuscire a corrispondere le somme in tempi rapidi, anche perché necessita prima dell’Isee. Il problema è che il filtro dell’Isee, che tiene conto di molteplici variabili oggi “ininfluenti” sulle misure in vigore (immobili, giacenze su conti correnti, assicurazioni, mezzi di proprietà, e così via), rischia inoltre di "penalizzare i redditi familiari rispetto a quelli individuali a cui sono ancorate le detrazioni".

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