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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Nasce un nuovo consorzio del latte, tutto friulano

La società consortile vuole salvaguardare la materia prima e la produzione in Friuli. Dalla Regione arriveranno 18 milioni di euro

Una svolta epocale l’hanno definita gli addetti ai lavori. Sono tredici le aziende che hanno aderito al consorzio Naturalmente, da latte friulano, con forniture alimentate da circa il 30 per cento delle stalle attualmente in attività. Otto società hanno sede nell’ex provincia di Udine e cinque nel Pordenonese, con tre operanti in zona di montagna. Si tratta di realtà che si occupano dei vari aspetti della filiera: alcune sono tradizionali latterie, altre caseifici specializzati nella stagionatura del formaggio, DOP Montasio in particolare. Il progetto che intercetta il 20 per cento del latte “libero” del Friuli ha ottenuto il pieno appoggio dalla Regione come attesta lo stanziamento di 18 milioni di euro per gli ambiziosi investimenti previsti.

Obiettivi

L'innovativo consorzio, nato formalmente l'11 ottobre 2021, vuole salvaguardare la produzione di latte in condizioni di qualità, supportare la filiera con una solida strategia economica e modernizzare gli impianti per essere competitivi, nella consapevolezza che dall’aggregazione nascono la forza e la capacità di superare i limiti fisiologici della singola azienda. Per obbligo statutario, tutti i soci assicurano che almeno il 75 per cento delle attività lattiero-casearie e delle lavorazioni è ottenuto da latte munto nel territorio regionale. Nel corso del 2021 tale quota è stata però superiore al 90 per cento.  La volontà è quella di superare l'alto frazionamento presente nel comparto, che rischiava di non garantire agli operatori una loro permanenza sul mercato. Il rischio d'impresa è condiviso tra tutti i soci, requisito fondamentale per avere basi serie nel raggiungere gli obiettivi del piano industriale.  Al netto di quanto utilizzato dai grandi gruppi, la materia prima che rimane libera in Friuli Venezia Giulia a disposizione degli altri produttori è pari al 30 per cento quindi, il consorzio oggi intercetta una quota importante del latte a disposizione, facendolo confluire in una realtà aggregativa.

Dove

Il progetto prevede due importanti raggruppamenti produttivi e di servizi: a Pagnacco per la raccolta, il trattamento e il confezionamento del latte fresco, con un reparto per la lavorazione di mozzarella e altri prodotti come yogurt, stracchino e crescenza, a Pasiano di Pordenone per l'elaborazione del formaggio stagionato, mediante porzionamento, grattugia e confezionamento, con aree per stoccaggio e distribuzione

Le dichiarazioni

"Il nostro progetto è caratterizzato da un forte tasso di collaborazione sinergica, in un comparto che risulta essere maturo per queste scelte ma anche problematico. Non bastano intraprendenza e tenacia del singolo, serve una forma di cooperazione che sia in grado di rafforzare il modello di impresa", ha spiegato in apertura il presidente di Naturalmente, da latte friulano, Narciso Trevisanut.

Francesco Ciani, project manager, ha illustrato il business plan, spiegando come una ipotesi progettuale sia stata trasformata in un disegno industriale e quali saranno i prossimi passi. La società consortile si occuperà dell’allestimento e della conduzione di nuovi impianti di lavorazione a tutto campo, dal fresco-freschissimo allo stagionato, porzionamento e confezionamento compresi, unitamente alla pianificazione di una rete di servizi integrati per le imprese nei settori dell’autocontrollo e delle garanzie igienico-qualitative dei prodotti e dei processi. In un'ottica di "patto con il consumatore", nel pieno rispetto del nome scelto, la società si propone anche la costituzione e l’uso di marchi e di sistemi identificativi dell’offerta coordinata, nella convinzione che abbinare ai prodotti il nome della società consortile sia di per sé un modo di fare comunicazione. La costante attività di informazione e di promozione punta anche  all'ampliamento della diffusione geografica e dei canali di vendita. Secondo gli addetti ai lavori l’aggregazione è la sola strada percorribile per la filiera per uscire dal momento di impasse che sta attraversando e per affrontare il mercato futuro. 

Anche il presidente del consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, ha espresso parole di apprezzamento per la capacità di dare una risposta di filiera corta nel momento opportuno: “A nostro giudizio il sistema regionale con un frazionamento così alto degli operatori non avrebbe avuto la capacità di riuscire a garantire quella che è la permanenza sul mercato con la remuneratività tale da arrivare poi alle stalle e garantirne anche i costi della produzione. Quindi noi siamo usciti con questa norma che è stata una sfida una sfida che è stata raccolta. E oggi vediamo i frutti di questa sfida. Siamo andati oltre le percentuali che pensavamo, che era un 15 per cento. Invece arriviamo ad intercettare un 20 per cento ovvero i due terzi del latte libero, non utilizzato dai grandi gruppi. Questa è una realtà aggregativa territoriale che riesce a mettere assieme le sinergie tra le aziende e a sfruttare anche nuovi canali produttivi  e la commercializzazione. Penso che non si sia mai visto in questa regione un percorso che mette assieme così tanti operatori per raggiungere un risultato così importante. La sfida ora è quella di dare gambe a un percorso che, dopo la formazione della società consortile, preveda quegli investimenti necessari alla programmazione dell'attività futura. Speriamo sia veramente di buon auspicio per l'intero sistema lattiero caseario di questa regione che aveva necessità di un segnale forte, molto forte per dare anche una ragionevole speranza a tutto quel mondo allevatoriale”.  E ha concluso “Piccolo è ancora bello e qui vediamo che il piccolo c'è perché nessuna azienda si fonde ma mette assieme quelle parti che non possono essere gestite in autonomia. La filiera vede come obiettivo finale il consumatore, certo che legare il prodotto con il territorio è una scelta vincente.”


 

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