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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia Treppo Grande

Da un terreno dismesso a nuovi vigneti, nasce Aganis e punta sulle varietà autoctone friulane

La trevigiana Ca’ di Rajo ha acquisito 22 ettari di terreno e 15 di bosco a Treppo Grande. Una nuova avventura per i fratelli Simone, Fabio e Alessio Cecchetto

Nuova vita per una realtà da tempo dismessa nei pressi di Borgo Salariis a Treppo Grande. I giovani fratelli Cecchetto, già alla guida della trevigiana Ca’ di Rajo, hanno acquisito un’azienda composta da 22 ettari di vigneti e 15 di boschi. Il progetto si chiama Aganis, ispirato al nome delle figure femminili della mitologia alpina, particolarmente note in Carnia, che abitano attorno ai corsi d'acqua. I tre fratelli si propongono dunque di esportare in Friuli l'esperienza maturata nelle loro terre sulle sponde del Piave.

L’idea

Un investimento pari a cinque milioni di euro per i prossimi cinque anni è l’impegno economico preventivato dai tre fratelli per l’avvio della nuova cantina che punta su varietà autoctone, come Refosco e Friulano, enoturismo e sostenibilità. Nel dettaglio verranno prodotti due spumanti, una Ribolla Gialla e un Rosé da uve 100% Pinot Nero e una serie di autoctoni in versione vini fermi come Friulano, Refosco, Malvasia e Ribolla Gialla. Tra i vitigni internazionali di punta, debuttano a Vinitaly anche un Merlot, un Cabernet Sauvignon, un Sauvignon e uno Chardonnay.

Aganis  è un progetto solo nostro, un nuovo punto di partenza. Guardiamo a una terra quasi vergine dalle potenzialità illimitate - spiegano Alessio, Fabio e Simone Cecchetto – “Sin dalla scelta del nome questa azienda esprime la nostra volontà di dare vita a vini che sappiano parla­re di territorio e di tradizioni in chiave moderna facendo entrare in scena la ninfa pro­tagonista del marchio e di una parte delle linee di etichette. Aganis in friulano sono spiriti dei corsi d’acqua, protettrici di pescatori e agricoltori e guardiane della memoria di questo angolo d'Italia”.

Il territorio

Dopo un capillare lavoro di reimpianto, i nuovi vigneti saranno coltivati sui caratteristici terreni di arenaria e marna, con particolare attenzione alla sostenibilità e al rispetto dell’ambiente collinare in cui affondano le radici. L’obiettivo primario, sottolineano i tre fratelli Cecchetto, è preservare un ecosistema perfetto dove la viticoltura si integra perfettamente ad un habitat naturale di grande fascino, incorniciato da vette e circondato da boschi.

I vini

Anche i nomi dei vini sono la celebrazione della tradizione locale: il Refosco dal Peduncolo Rosso Po’ Folc, letteralmente “poi il fulmine” per un vino di carattere che si distingue e si fa ricordare; Il Friulano Incjant “vuol dire incanto come quello che si prova –spiega Simone Cecchetto -  al primo incontro con le tradizioni friulane, espressione di un modo d’essere genuino, solo apparentemente ruvido, sempre autentico”. Così anche per il Ribolla Gialla Di Flabe o la Malvasia Flôr  ”un omaggio a un paesaggio unico e lussureggiante per un vino dal profumo delicato, armonioso e fresco”. Lo studio grafico delle etichette richiama i valori del brand. La lettera A evoca la figura di una ninfa seduta. La farfalla è un simbolo guida che comunica l’attenzione alla sostenibilità e una terra incontaminata, ricca di corsi d’acqua e boschi, dove la biodiversità è una realtà con caprioli e altri animali selvatici che vivono tra i filari e fiori di ogni tipo.

I progetti futuri

“Vogliamo fare di Aganis un’azienda da vivere - spiegano i tre -. Ai piedi delle vette della Carnia e vicino a San Daniele vogliamo creare un luogo dove fermarsi a contemplare la natura, che rappresenti una sosta piacevole ai ciclisti che percorrono la vicina Ciclovia Alpe Adria che collega Salisburgo a Grado, e che offra un’evasione sensoriale a chi visita l’Ippovia e il parco botanico del Cormor”. Tra gli obiettivi futuri vi è infatti anche la realizzazione di uno spazio dedicato all’ospitalità alberghiera, con una formula che prevedrà anche di poter dormire tra i filari.

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