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"Il risparmio energetico non è un'opzione": cosa serve fare secondo Confindustria Fvg

Il presidente reggente di Confindustria Fvg Gianpietro Benedetti ha fatto alcune considerazioni in merito alla difficile situazione

Il caro energia e gas sta diventano sempre più il tema principale dell'agenda politica e sociale dei nostri giorni: azienda in crisi, ma anche famiglie che si preparano a un inverno estremamente difficile. Anche il presidente reggente di Confindustria Fvg Gianpietro Benedetti ha fatto alcune considerazioni in merito. 

"Il tema energia elettrica e gas richiede un’azione rapida", esordisce Benedetti. Un’azione che, secondo lui, deve nascere in Europa, "ma è opportuno che il Governo consideri anche un “piano B” adattato alle esigenze italiane". L’Europa "è chiamata a decidere ora come calmierare e regolare i prezzi dell’energia e del gas e le forze politiche, tutte, devono sostenere, unite, il Governo nella trattativa europea. È probabile che dopo il 9 settembre, data a nostro avviso non così tempestiva per come invece imporrebbe la situazione, tenendo conto di quanto deciso in Europa, il Governo attiverà qualche misura tailor made per la situazione italiana".

Benedetti poi fa notare che il Governo italiano ha già speso per la crisi energetica 48,5 miliardi, il 2,8% del PIL, superato solo dalla Grecia, mentre Germania e Francia sono sull’1,7/1,8%. "È un grande sforzo, considerando il debito del nostro paese. Auspicabile che la soluzione europea consenta di intervenire senza troppi aumenti del debito, credo comunque che in una prima fase, finché il mercato non si stabilizza a prezzi accettabili, si debba fare quello che serve per non fermare le attività industriali, alcune delle quali potrebbero avere fermate irreversibili". Confindustria Fvg stima che le industrie del Friuli Venezia Giulia passeranno da 0,3 miliardi Euro a 2,5/3
miliardi Euro, circa il 7 - 8% del PIL regionale. Sono cifre indicative ma rendono bene l’idea.

E cosa è stato richiesto:
- tetto al prezzo del gas europeo o nazionale;
- sospensione del meccanismo europeo che prevede l’obbligo di acquisto di quote ETS (Emission Trading Scheme) a carico delle imprese;
- separazione prezzo del gas dal mercato dell’energia elettrica;
- destinazione all’industria manifatturiera di una quota nazionale di produzione da fonti rinnovabili a costo amministrato;
- risorse nazionali ed europee per calmierare i prezzi.

"È stimabile che un risparmio energetico del 10/15% possa essere attuato con la collaborazione di tutti, in azienda, nel privato e nell’amministrazione pubblica. Questo risparmio non è un’opzione, anche i costi ci indurranno a farlo ed a questo proposito ricordiamo i sarcasmi sull’invito a risparmiare sull’aria condizionata, illuminazioni, ecc. Tant’è che, in Italia, nonostante tutto, i consumi sono aumentati, per poi “piangere”. Sì, dobbiamo ritornare formiche". Per Benedetti, da qualche parte bisogna partire. "I risparmi, l’aumento delle forniture via gasdotti esistenti da Algeria, Azerbaijan (TAP), Libia, un deciso aumento delle rinnovabili, l’arrivo di ulteriore LNG via nave e il contestuale aumento della capacità di rigassificazione, il riutilizzo momentaneo del carbone e lo sfruttamento delle risorse nazionali disponibili dovrebbero porre rimedio alla situazione nel breve. Azioni forti in questo senso raffredderanno anche la speculazione".

In Fvg

Per quanto concerne la Regione Friuli Venezia Giulia, Bendetti suggerisce: "oltre che a risparmiare sui consumi, serve un’ulteriore accelerazione sugli investimenti per le fonti rinnovabili (fotovoltaico, biomasse, geotermico, utilizzo dei rifiuti, ecc.). Mega-progetti solari sono on stream, per i quali auspichiamo il massimo supporto nell’iter dei permessi. Bisogna inoltre valutare la possibilità di collaborare maggiormente con Croazia e Slovenia che puntano molto sull’eolico, semplificando le norme europee di acquisto e costi trasporto energia elettrica. Infine, razionalizzare il piano energetico nazionale è più che mai urgente e la politica deve essere più che determinata ad organizzarlo, programmandolo anche per step in relazione all’evoluzione prevedibile dei costi energetici. L’aumento della produzione di energie sostenibili sosterrà anche quella della produzione di idrogeno green". 

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