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Economia Gemona del Friuli

Mercato del Lavoro, per il secondo anno consecutivo l’Alto Friuli in positivo

Dall'analisi Cisl Alto Friuli al quarto trimestre 2016 il saldo tra assunzioni e cessazioni è di +410. Si assume di più in agricoltura e nel terziario; stabile il manifatturiero; ancora negativa l'edilizia. 15 i fallimenti, tra cui aziende storiche del territorio. Cala la cassa integrazione su base provinciale

FOCUS FALLIMENTI:  Dopo anni in cui il numero dei fallimenti aveva superato le 100 aziende coinvolte, nel 2016 in Provincia di Udine si è registrato una forte diminuzione delle procedure concorsuali, passando da 119 (118 decretati dal Tribunale di Udine ai quasi ne va aggiunto uno caricato sul portale del Tribunale di Tolmezzo) a 96 (dei quali ben 7 depositati in cancelleria l’ultima settimana dell’anno), ossia il 20% in meno.  
Di queste 14 sono imprese operanti nel comprensorio Cisl Alto Friuli, pari al 14,6% del totale provinciale. Dal 2012 ad oggi sono stati 100 i fallimenti complessivi nel territorio di riferimento, pari al 17,7 del totale a livello provinciale; 26 quelli nel settore metalmeccanico, 22 nell’edilizia, 18 nel commercio e 8 nell’alberghiero/pubblici esercizi. Ma, dietro i freddi numeri ci sono nomi di aziende storiche come la Stratex di Sutrio, con stabilimento anche a Palazzolo dello Stella, e la Vidoni SpA, importante azienda edile con sede legale a Tavagnacco. Queste due società, alla data del fallimento, occupavano complessivamente circa 180 lavoratori. L’analisi emerge dall’attività dell’Ufficio Vertenze della Cisl Alto Friuli, che ha comunque registrato un aumento complessivo delle nuove pratiche raccolte rispetto al 2015. Per quanto riguarda gli altri tipi di pratiche da rilevare che sono quasi tutte relative a recupero crediti. Il sindacato rileva che su questo fronte si riscontra una forte difficoltà: “ci sono aziende che neppure rispondono alle nostre lettere  - fa sapere Mauro Urli, responsabile dell’Ufficio Vertenze - altre invece sottoscrivono accordi di rateizzazione ma poi non pagano; altre ancora ci riferiscono di non avere soldi e non di non essere in grado di pagare.”
 
“In questi casi è importante - prosegue Urli  - che il lavoratore si rivolga a noi appena dopo la cessazione del rapporto di lavoro perché è opportuno avviare una causa di lavoro entro i 9 mesi successivi”. Sia nel caso di fallimenti che di recupero crediti, succede sempre più di sovente che le imprese non versino i contributi ai fondi di previdenza complementare. Il lavoratore si ritrova quindi spesso con consistenti omissioni contributive. L’invito dell’Ufficio Vertenze ai lavoratori è quindi quello di controllare con regolarità il versamento del TFR.
 
 “Dobbiamo purtroppo segnalare - conclude Urli - che negli ultimi 18 mesi i tempi di attesa di pagamento delle pratiche da parte del Fondo di Solidarietà dell’INPS, sono lievitati da due/tre mesi a oltre sei/sette. Auspichiamo che l’INPS intervenga al fine di rientrare nella tempistica prevista dei 60 giorni.”

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