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Economia Tavagnacco

9° Matchingday, 60 imprese in cerca di sinergie

60 aziende si sono confrontate oggi La’ di Moret per stringere nuove collaborazioni. Tilatti (Confartigianato) «Impariamo a fare sinergia»

Progetti, proposte, idee e un catalizzatore d’eccezione: Confartigianato-Imprese Udine. L’associazione di categoria ha dato vita questa mattina alla nona edizione di MatchingDay, evento nato a Udine nel 2009, poi “copiato” da diverse associazioni d’Italia. In Friuli è ormai un appuntamento fisso e apprezzato dalle imprese che di anno in anno si presentano in forze a questo particolare gioco delle coppie. Ancora una volta stamattina. All’invito dell’associazione hanno risposto infatti in 60 imprese. La gran parte friulane, con qualche incursione di partite iva venete e slovene.  A salutarle sono stati il presidente di Confartigianato provinciale, Graziano Tilatti, il presidente di Confartigianato Udine Servizi, Daniele Cuciz, il direttore area imprese di Cari Fvg, Stefano Sello, i responsabili credito di Confidimprese Fvg, Federico Paron, e di Assicura Group, Matteo Graffi.

Obiettivo di MatchingDay: «Cercare affinità, creare possibili collaborazioni» hanno spiegato a margine dei vis à vis i partecipanti, imprenditori pescati dagli ambiti più disparati, dall’impiantistica-edilizia ai servizi, dal design alla meccanica, dal legno arredo  all’Ict. Quindici i minuti di tempo per tentare il match, scanditi da un cronometro proiettato su un maxischermo. Pochi? Non si direbbe a sentire chi da questo vertiginoso valzer di incontri è già passato. Ed è tornato certificando l’efficacia del format dal quale sono nati reti e progetti.

«Nell’epoca della comunicazione digitale, MatchingDay rilancia il vecchio caro incontro d’affari. Quello che si faceva viso a viso, seduti attorno a un tavolo, proprio come stamattina» afferma il presidente di Confartigianato-Imprese Udine, Graziano Tilatti: «In 15 minuti può nascere una rete d’impresa. Nonostante gli anni di crisi, in Friuli vantiamo un territorio che è ancora ricchissimo di imprese, specie artigiane, che hanno saputo far fronte agli anni della recessione lavorando sulle competenze, sull’innovazione, stringendo i denti anche grazie alla pazienza e al sostegno dei propri dipendenti, rimasti fedeli nei momenti più bui. Oggi - all’uscita dal lungo tunnel della crisi, consci che il mondo, anche quello del fare impresa, è cambiato - le nostre aziende possono fare un passo in più. Possono imparare a fare squadra, perché se piccolo resta bello - e noi artigiani ne siamo convinti - per farsi largo in un mercato sempre più competitivo e globale ci vogliono anche struttura, economie di scala, organizzazione che nel caso delle Pmi possono passare da sinergie tra imprese».

I protagonisti della nona edizione del format oggi le hanno cercate da un tavolo all’altro, nei 15 minuti concessi dal maxi-cronometro al centro della sala, coprotagonista di uno spettacolo fatto di voci, idee in movimento e di persone protese l’una verso l’altra, senza filtri tecnologici: solo parole, espressioni e quella voglia di fare che è il grande patrimonio delle imprese italiane.

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