"Il Sole 24 Ore": Udine sopra la media di "congruità" nazionale
Il dato riguarda le dichiarazioni in linea con i ricavi e i compensi presunti dall'Amministrazione finanziaria, in base agli studi di settore per categoria di appartenenza
Nella "mappa fiscale" pubblicata dal Sole 24 Ore lunedì 23 gennaio, la città di Udine risulta essere decisamente sopra la media nazionale e regionale. La congruità riguarda le dichiarazioni in linea con i ricavi e i compensi presunti dall'Amministrazione finanziaria in base agli studi di settore per categoria di appartenenza.
Il calcolo è stato fatto esaminando i dati di quattro categorie principali: il totale dei contribuenti, le persone fisiche, le società di persone e quelle di capitali. Proprio per quest'ultimo la differenza con la media nazionale è la più elevata. Se in Italia non risulta adeguato agli studi di settore il 29,1% delle società di capitale, a Udine e provincia la percentuale sale al 36,4%. In questo caso la migliore d'Italia è Asti, con il 20,3%, la peggiore la provincia sarda dell'Ogliastra co il 44,7%.
Guardando al totale dei contribuenti la nostra città non è in regola nel 24% dei casi, contro una media italiana del 19,5%. Asti primeggia anche qui con il 12,3% e l'Ogliastra è il fanalino di coda con il 35,5%.
Per le persone fisiche il dato si abbassa leggermente, toccando il 21,2%. In Italia, in questo caso, raggiunge il 17,5%. In classifica generale in coda sempre l'Ogliastra, con i 34,2%, cambia invece il vertice, che questa volta vede primeggiare Genova con l'11,3%.
La differenza con quanto registrato su tutto il territorio nazionale si evidenzia anche quando si parla di società di persone. Se il Belpaese fa segnare una non congruità del 17,85%, Udine sale al 23,1%. Anche qui, come nel caso precedente, si ripropone a livello generale il binomio Ogliastra, ultima con il 36,6%, e la virtuosa Genova, che fa segnare un 11,2%.
Sia ben chiaro, come precisano gli autori dell'articolo sul quotidiano finanziario di Confindustria "sarebbe semplicistico e sbagliato fare un'equazione diretta tra «non congruità» ed «evasione fiscale». Piuttosto, si tratta di un indizio che può far scattare ulteriori approfondimenti. E del resto non si può affermare che sia tutto in regola neanche la dove tutti (o quasi) sono in linea con gli studi di settore. Lo dice a chiare lettere anche la Corte dei conti nel Rapporto 2011 sul coordinamento della finanza pubblica: secondo i magistrati contabili, di fronte al dato dei contribuenti congrui, bisognerebbe «verificare se ciò non dipenda anche da fattori almeno in parte legati a una maggiore capacità dei contribuenti di padroneggiare i vincoli imposti dallo strumento».