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Economia

Addio ai piatti con il granchio blu, l'Ue potrebbe cambiare tutto

Se il crostaceo finisse nella lista europea delle specie invasive, sarebbe vietato pescarlo e venderlo. In quel caso il governo italiano dovrebbe cambiare strategia e ripensare a come salvaguardare il nostro mare

Da specie invasiva e pericolosa per l'ambiente marino a prelibatezza culinaria da degustare. Abbiamo assistito a un cambio di immagine del granchio blu durante questa lunga estate 2023. Anche nella 29esima edizione di Friuli Doc, che si è appena conclusa a Udine, il granchio blu è stato uno degli indiscussi protagonisti. Tra proposte di piatti negli stand e showcooking si è parlato anche della massiccia presenza nell’alto Adriatico di questa specie e di come sia un'opportunità portarlo sulle nostre tavole. Ma potrebbe cambiare tutto se l'Unione Europea, dopo aver dato l'ok alla commercializzazione, lo inserisse nella lista delle specie esotiche invasive di interesse comunitario. A quel punto il granchio blu non potrebbe più essere scambiato, venduto e tanto meno mangiato. E, come riportato su Today.it, il governo italiano sarebbe costretto a cambiare strategia.

In tavola

Il granchio blu (Calinectes sapidus) è presente da diversi anni nel Mar Mediterraneo, ma, per via  dei cambiamenti climatici e di un'estate particolare, si è riprodotto a tal punto da mettere a rischio la produzione di molluschi. Questo crostaceo è, infatti, ghiotto di vongole, cozze e ostriche. Durante questi mesi caldi organizzazioni agroalimentari, come la Coldiretti, e alcuni membri del governo italiano, hanno sponsorizzato la cattura di questo granchio convincendo gli italiani a metterlo sulle loro tavole. Così da nemico alieno, il granchio blu è diventato una prelibatezza da non perdere. Il governo ha, infatti, stanziato ben 2 milioni e 900 mila euro per finanziarne la cattura e lo smaltimento, autorizzando l'utilizzo di nasse, cestelli e reti da posta fissa entro una distanza di 0,3 miglia dalla costa e vicino alle foci dei fiumi.

Campagna mediatica

A sostenere questa proposta culinaria anche una campagna mediatica per convincere tutti a mangiare la nuova prelibatezza. Anche il presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è fatta fotografare con un piatto di granchi blu durante un pranzo.

Giorgia Meloni mostra un piatto di granchi blu. La foto è stata postata quest'estate dal minisrro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida per promuovere il consumo del crostaceo. Fonte Instagram

Ed è stato il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, cognato della premier, a postare la foto sui social. Ma non solo, Lollobrigida si è anche fatto immortalare, in veste di chef,  in veste di chef, mentre cucinava personalmente il crostaceo. Invitando al contempo gli italiani a sperimentare i piatti cucinati con questo ingrediente, con lo scopo nobile di salvaguardare il Mediterraneo. 

La lista delle specie invasive

In Europa esiste uno specifico regolamento sulle specie esotiche invasive (Ias), che dal 2014 fornisce un quadro europeo per le misure da adottare contro le specie esotiche acquatiche introdotte dalle attività umane. L'obiettivo è quello di preservare la biodiversità del continente e gli ecosistemi marini. L'ultima volta in cui l'elenco è stato aggiornato risale all'agosto del 2022. Ora Bruxelles deve verificare se la lista vada aggiornata, inserendovi anche il grachio blu quale specie invasiva che possa costituire un pericolo per tutto il territorio dell'Ue. Per farlo, ha riferito un portavoce della Commissione europea, occorre realizzare una valutazione del rischio da sottoporre, presumibilmente nel 2024, al Comitato sulle specie esotiche invasive. Se il Comitato dovesse approvare l'inserimento nella lista delle specie invasive, il granchio blu non potrebbe essere immesso sul mercato, conservato, utilizzato né scambiato. Questo al fine di impedire che le attività di pesca, commercio e ristorazione, diventino un'occasione per un'ulteriore diffusione di questa specie non indigena.

L'eccezione

Questo regolamento già prevede un'eccezione, che recita: "l’uso commerciale di specie esotiche invasive già stabilite può essere temporaneamente consentito", ma solo "come parte delle misure di gestione volte alla loro eradicazione, controllo o contenimento della popolazione". Questa deroga al divieto richiede però una precisa giustificazione "a condizione che siano in atto tutti i controlli appropriati per evitare qualsiasi ulteriore diffusione".

Il paradosso

L'Italia si trova a questo punto in una situazione limite. Da una parte il governo dovrebbe impedire l'inserimento del granchio blu nella lista delle specie invasive per portarlo ancora sulle tavole degli italiani. Se mai dovesse essere inserito nella lista, il governo sarebbe obbligato a richiedere una deroga a livello europeo, con conseguenti lungaggini burocratiche. A quel punto, diventerebbe indispensabile sviluppare un piano più serio per la gestione delle risorse marine, molluschi e crostacei inclusi, nel Mediterraneo.

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