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Dalla fusione di due istituti nasce il più grande polo bancario regionale

Di fatto Banca 360 Fvg, nuovo polo del credito il quinto a livello nazionale. Dal primo di luglio diventa effettiva la fusione di due realtà del credito cooperativo: BancaTer con Friulovest

Con un totale di 63 sportelli e una copertura del territorio piuttosto capillare, c'è una filiale anche a Bibione, nasce un nuovo istituto di credito. Si chiamerà Banca 360 Fvg ed è il risultato della fusione di due realtà del credito cooperativo: BancaTer e Friulovest. Di fatto il più grande polo bancario regionale delle bcc del gruppo di Cassa Centrale Banca, e il quinto a livello nazionale. 

I dati

L'esito del dal voto dell'assemblea dei soci di BancaTer, in Fiera a Udine, preceduto dal via libera dato dai soci di Friulovest, ha portato a un ok definitivo. E così dal primo di luglio nascerà Banca 360 Fvg. Il nuovo polo avrà poco meno di 20mila soci, tra persone fisiche e persone giuridiche. Il bilancio in forma aggregata dovrebbe raggiungere i 5,7 miliardi di euro, con 271 milioni di patrimonio. Con un totale di circa 400 dipendenti

Le dichiarazioni

Il presidente di Friulovest Lino Miàn ha detto: “Stiamo vedendo come va il mercato e l’economia; abbiamo bisogno di una dimensione diversa. Anche guardando al futuro e a tutti gli adempimenti che le nostre banche devono fare”. Il direttore generale di Bancater Sandro Paravano ha sottolineato: “I piani sono quelli di creare una cultura organizzativa e di lavoro, per creare una macchina efficiente”. "I numeri dei due istituti di credito che danno vita oggi a Banca 360 FVG sono in salute, sono due banche che in questi anni sono cresciute e si sono patrimonializzate, caratterizzandosi per una presenza sempre più capillare in regione e questo non è un dato scontato: il plauso va dunque ai direttori generali e ai consigli di amministrazione per questa operazione pesante, di forte tenuta territoriale" ha affermato l'assessore regionale alle Attività produttive Sergio Emidio Bini. L'assessore ha voluto rimarcare la particolare natura del rapporto con il territorio e con i clienti che gli istituti di credito cooperativo hanno saputo mantenere nel tempo. "Seppure dovendo sottostare a regole stringenti, come tutti gli altri istituti, hanno mantenuto centrale il rapporto umano" ha osservato Bini, definendo l'operazione di fusione "un messaggio molto forte da parte del sistema creditizio regionale".

 

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