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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Economia Fvg: la ripresa c'è ma con il freno a mano tirato

Bisogna fare i conti con l'aumento del 850% del costo del gas e del 452% di quello dell'elettricità rispetto ad anno fa

La ripresa economica è strutturale, ma ci sono degli elementi che la frenano. A partire dalla scarsità di manodopera qualificata, a seguire le difficoltà di approvvigionamento materiali. Senza dimenticare gli aumenti straordinari dei costi del trasporto marittimo quasi decuplicati rispetto a due anni fa, l’allungamento dei tempi di consegna e la crescita dei prezzi delle materie prime ne rallentano la crescita. Ultimo ma fondamentale i problemi di geopolitica che hanno portato ad un aumento dei costi energetici senza precedenti.

I costi dell'energia

Secondo le elaborazioni dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine il 20 dicembre 2021 la quotazione del gas TTF valutata in euro/MWh (mercato dei Paesi Bassi, di riferimento per lo scambio del gas naturale nell’Europa continentale) è aumentata dell’850% rispetto ad anno fa. Con il 54% di elettricità prodotto con il gas, più del doppio della media UE, in Italia il costo del gas si ribalta su quello dell’elettricità: il prezzo unico nazionale a dicembre 2021 risulta cresciuto del 452% rispetto a dicembre 2020. Le attese per il 2022 sono orientate in direzione di un alleggerimento delle quotazioni. Già nel secondo trimestre del prossimo anno il prezzo dell’energia elettrica potrebbe avvicinarsi a quello registrato nel terzo trimestre 2021.

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“Al momento, comunque – commenta il presidente di Confindustria Udine Gianpietro Benedetti -, il tema dei costi energetici preoccupa e ridimensiona i margini operativi, ed in alcuni casi induce a rallentare o fermare le produzioni ad alto consumo energetico. In Europa si stanno riavviando le centrali a carbone ed auspicabilmente in Italia si opererà per estrarre il gas disponibile nel paese. Da monitorare nei prossimi mesi l’andamento dell’inflazione, che potrebbe indurre il rallentamento della domanda ed a seguire il ridimensionamento dell’inflazione stessa. Ancora più di sempre, quindi, innovare per produrre con maggior valore aggiunto sarà indispensabile”.

I dati

Nel terzo trimestre 2021 le esportazioni della provincia di Udine, nel confronto con lo stesso periodo dello scorso anno, secondo le elaborazioni dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine su dati Istat, hanno registrato una forte crescita: +33,1%, da 1,3 a 1,7 miliardi di euro. Rispetto al periodo prepandemico, ovvero al terzo trimestre 2019, la fase espansiva in atto evidenzia un aumento dell’export del +15,4%, ben superiore a quello registrato nel secondo trimestre 2021 rispetto agli stessi mesi del 2019 (+5,9%).Complessivamente, nei primi nove mesi del 2021 le vendite all’estero sono aumentate del +26% nel confronto con l’analogo periodo del 2020 (in Italia +20,1%, nel Nord Est +20,2%), e del +4,7% rispetto al 2019, recuperando quindi totalmente il crollo registrato lo scorso anno.

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Il saldo della bilancia commerciale si è confermato positivo per 1.709 milioni di euro. La variazione positiva delle vendite all’estero nel periodo gennaio-settembre nel confronto sia con lo scorso anno che con due anni fa è stata determinata dalla crescita delle esportazioni dei prodotti della metallurgia (+58,9% rispetto al 2020, da 1.010 a 1.604 milioni di euro; +27,4% rispetto al 2019), prodotti in metallo (+22,1% rispetto al 2020, da 431 a 526 milioni di euro; +18,2% rispetto al 2019), prodotti alimentari (+16,4% rispetto al 2020 e +21,9% rispetto al 2019), bevande (+12,8% rispetto al 2020 e +18,3% rispetto al 2019) e articoli in gomma e materie plastiche (+23,2% in entrambi gli anni).

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In crescita verso il 2020, ma ancora inferiore al 2019, l’export di macchinari (+4,7% rispetto al 2020, da 840 a 881 milioni di euro; -23% rispetto al 2019), mobili (+18,3% rispetto al 2020 e -6,3% rispetto al 2019), apparecchiature elettriche (+3,8% rispetto al 2020 e -21,5% rispetto al 2019).

Approfondimenti

Nei primi nove mesi del 2021, il recupero delle esportazioni di beni in valore è stato sostenuto dalle vendite sui mercati della UE 27, cresciute del +35,1% rispetto agli stessi mesi del 2020 (da 2.474 a 3.341 milioni di euro) e del +15,4% rispetto al 2019.  Quelle verso il resto del mondo sono invece aumentate del +10,9% nel confronto con il 2020 (da 1.480 a 1.641 milioni di euro) e diminuite del -11,9% rispetto al 2019.

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Nel dettaglio, la Germania, primo paese di destinazione dell’export con una quota pari al 16,6% del totale, ha registrato nel 2021 una crescita del +32% rispetto al 2020 (da 626 a 826 milioni di euro) e del +9% rispetto al 2019. Seguono Austria (+43% rispetto al 2020 e +18,8% rispetto al 2019), Stati Uniti (+16,9% rispetto al 2020 e +14,4% rispetto al 2019), Francia (+21,3% rispetto al 2020 e +8% rispetto al 2019), Polonia (+115,4% rispetto al 2020 e +92,1% rispetto al 2019), Spagna (+29,4% rispetto al 2020 e +9,9% rispetto al 2019).

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