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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Disciplinate le locazioni brevi, un successo di Federalberghi

All’interno della manovra correttiva approvata in Parlamento sono inserite disposizioni in materia di locazioni brevi che Federalberghi ha sollecitato con forza negli ultimi mesi

Nel testo si precisa che «si intendono per locazioni brevi i contratti di locazione di immobili ad uso abitativo di durata non superiore a 30 giorni, inclusi quelli che prevedono la prestazione dei servizi di fornitura di biancheria e di pulizia dei locali, stipulati da persone fisiche al di fuori dell'esercizio di attività d'impresa, direttamente o tramite soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare, anche attraverso la gestione di portali online». Oltre a trasmettere all’Agenzia delle Entrate i dati relativi ai contratti conclusi, «i soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare – qualora incassino direttamente i canoni o i corrispettivi relativi ai contratti – sono considerati sostituti d’imposta e dovranno operare (e versare direttamente) una ritenuta del 21% sull'ammontare dei canoni e corrispettivi percepiti all'atto del pagamento al proprietario degli immobili locati».

«Pur affrontando solo una parte delle problematiche legate al dilagare delle attività abusive, un sommerso turistico che ha superato il livello di guardia, determinando gravi conseguenze per consumatori, collettività e mercato, e colpendo tanto le imprese tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza – osserva la presidente regionale e membro di giunta nazionale di Federalberghi Paola Schneider –, la manovra compie un passo importante nella giusta direzione».

Il risultato ottenuto, aggiunge Schneider, «è il frutto di un intenso lavoro  portato avanti con forte determinazione da parte del presidente Bocca e da tutto il direttivo, anche su forte pressione degli organi regionali e provinciali che lavorano sul territorio e che ogni giorno toccano con mano la difficile e abnorme situazione venutasi a creare  con i nuovi portali web che gestiscono le locazioni  brevi».

Uno per tutti Airbnb, il più noto, ma con decine di altri portali meno conosciuti che seguono a ruota creando danni incalcolabili. Basti pensare che ad aprile 2017, solo su Airbnb erano disponibili ben 214.483 alloggi solo in Italia, con una crescita esponenziale del 25,6%  nell’ultimo anno (quasi 43.000 alloggi in più nel 2016 rispetto all’anno precedente). Questo mentre sono solo 100.000 le strutture analoghe  (appartamenti in affitto e  B&B) censite dall’Istat. Si può pertanto supporre l’esistenza di almeno 110.000 alloggi che sfuggono ad ogni controllo (ma le strutture mancanti all’appello, secondo Federlaberghi, sono probabilmente il doppio).
L’auspicio di Schneider «è che ora venga assicurata una concorrenza ad armi pari e nel rispetto delle regole tra le diverse attività ricettive.  E tra queste, certamente, vi è anche il pagamento delle imposte da parte di tutti gli operatori del mercato turistico ricettivo. La concorrenza può dare i suoi risultati positivi solo se prevede regole uguali per tutti gli operatori del mercato; l’anarchia nell’ospitalità genera solo abusi, evasione fiscale e insicurezza per i clienti e per i cittadini».
 

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