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Economia

Coronavirus: Pd Udine chiede un tavolo con la Regione e deroghe a chiusure domenicali

Alessandro Venanzi e Monica Paviotti: «contenere onda d’urto su tessuto economico cittadino e mettere le realtà economiche della città nelle condizioni di lavorare

A breve inizierà la fase 2 e all'interno del Pd Udine si interrogano se l'amministrazione comunale stia prendendo tutte le misure necessarie per affrontare in sicurezza, sanitaria ed economica, la riapertura.

Intervenire ora per contenere l’onda d’urto che fisiologicamente si presenterà nei prossimi mesi sul tessuto economico di Udine: serve un tavolo con Regione e AsuFC, deroghe a chiusure domenicale, piano per delivery. Le parole del sindaco Fontanini nella commissione bilancio di mercoledì scorso non rassicurano che si stia facendo tutto il necessario”. È quanto afferma il capogruppo Pd nel Consiglio comunale di Udine Alessandro Venanzi assieme alla consigliera Monica Paviotti.

Con Regione e Azienda sanitaria

Per fare chiarezza sulle regole della Fase 2 e mettere le realtà economiche della città nelle condizioni di lavorare – indica Paviotti - bisogna convocare urgentemente un tavolo con la Regione e l’Azienda sanitaria e porre le basi degli interventi che permetteranno le riaperture. Ad oggi molte realtà produttive, in particolare i ristoranti, pubblici esercizi, piccoli esercenti, non sono in condizione di riaprire in sicurezza avendo al contempo la garanzia di poter sostenere economicamente la propria attività”.

Deroche sulle chiusure domenicali

Per Venanzi “si deve già ragionare su deroghe alle chiusure domenicali, per dare un’importante valvola di sfogo al commercio, dato il contingentamento che interesserà l’accesso alla rete commerciale della città. È necessario inoltre che il Comune si attivi subito per andare incontro alle nuove esigenze del delivery o dell'asporto, reso possibile da lunedì prossimo, che rappresenteranno una importante fetta di fatturato per bar e ristoranti in questo momento così particolare”.

Rendiamo concreto ciò di cui finora solo si parla e – aggiunge Venanzi - mettiamo i nostri operatori in condizione di poter lavorare sul serio. Il Comune non perda altro tempo si faccia carico immediatamente di questa necessità: dietro a queste aziende ci sono delle famiglie e lavoratori che non devono restare soli”.

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