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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Secondo trimestre: l'economia della provincia di Udine è in recessione

Come accade per tutto il territorio nazionale permangono le criticità, ma si apre qualche spiraglio. Da Pozzo: «c'è uno zoccolo duro, dal 30 al 50% di aziende nei vari settori, che pur non maggioritario registra una crescita»

Dati del 2° trimestre non certo positivi diffusi pressoché in tutti i comparti economici analizzati – meglio il vitivinicolo, critici legno-arredo, meccanica, commercio, alberghi e pubblici esercizi – e previsioni orientate alla stabilità o negative anche per il trimestre in corso. «Ma – commenta il presidente della Cciaa di Udine Giovanni Da Pozzo –, sebbene sia impossibile capire come si evolverà la situazione, c’è uno zoccolo duro di imprese, pur non maggioritario ma comunque dal 30 al 50% circa, che dichiara di continuare a crescere». Una piccola luce, assieme alla prima performance di commercio estero positiva registrata, a livello nazionale, in luglio dopo tanto tempo (+4%), ha aggiunto Nicola Ianuale, presidente della società Questlab, che si è occupata di realizzare per la Cciaa la periodica indagine congiunturale sul secondo trimestre (e previsioni per il terzo), cui ha risposto un campione di circa 600 aziende. E sarà l’ultima indagine su base provinciale, è stato annunciato, «perché la prossima, a fine novembre, sarà regionale, a livello di Unioncamere Fvg – ha spiegato Da Pozzo – per entrare in una visione organica dell’economia del territorio, che non si ferma certo di fronte ai confini delle province, e per avere dunque un quadro d’insieme della produttività di tutto il Friuli Venezia Giulia». Anche questo un passo verso la razionalizzazione dei servizi e delle funzioni che le quattro Cciaa stanno portando avanti.

I NUMERI E IL FOCUS SUL RAPPORTO CON LE BANCHE

Dati negativi dunque. Più marcati per comparti come il commercio, più vincolato al mercato interno ormai asfittico, e mitigati invece per le imprese che puntano all’estero, «per chi ha la possibilità e le capacità di conquistare mercati internazionali, soprattutto nuovi», ha aggiunto Da Pozzo.
Non è dunque facile fornire un quadro complessivo, poiché le posizioni sono variegate.
Ecco le sintesi per ciascun comparto, con il vitivinicolo che registra, come sempre, le performance migliori.

Vitivinicolo. Se la produzione, anche per la stagionalità, è data in calo del -2,9%, il fatturato è cresciuto rispetto allo stesso periodo dello scorso anno dell’1,1%. Meglio ancora la performance all’estero, con un +8,6%. Se gli ordini esteri crescono, pur di poco (+1,3%), calano anche qui quelli interni: -3,5%. Quasi il 60% delle imprese vitivinicole ha effettuato investimenti e prevede di farne ulteriori. Rapporto con le banche. Il settore registra anche il miglior rapporto col credito. Per il 71% registra stabilità nel tassi d’interesse e per l’81% nell’erogazione del credito. Anche se solo il 21% delle intervistate ne ha fatto richiesta, nel 77% dei casi il credito è stato accordato.

Legno-arredo. Produzione -4,7%, fatturato -5,7%, con una maggiore sofferenza per le imprese piccole.
Quanto al fatturato estero conferma la peculiarità ciclica: dall’osservazione della serie storica si evince come all’incirca ogni 2 trimestri il dato tenda a cambiare di segno. Ad esempio negli ultimi due rilevamenti si registra un +5,1% nello scorso trimestre contro un -6,6% del trimestre in esame. Resta negativo anche il dato dell’occupazione (-3,1%), anche se il 51% ha effettuato investimenti (il 14,4% delle quali nel marketing). Rapporto con le banche. Per il 60% dei rispondenti la soddisfazione dei servizi ricevuti è rimasta invariata. Il 48% ha registrato invece un peggioramento dei tassi d’interesse e il 40% risponde che le garanzie di credito sono peggiorate. Negli ultimi tre mesi le esigenze di finanziamento hanno interessato il 52% delle aziende, di cui il 51,5% ha ricevuto il prestito e al 18,4% non è stato accordato.

Meccanica. Il settore conferma il rallentamento in termini produttivi e di mercato, come nel precedente trimestre: rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso la produzione è a -2,5% e il fatturato è diminuito del 1,8%. La riduzione del fatturato ha risentito della contrazione del fatturato estero (-3%), e il 53% del fatturato totale, per le imprese del comparto, è dovuto proprio alla domanda estera. Gli ordinativi esteri scendono del del -4,4%, mentre gli ordini interni registrano la terza variazione tendenziale negativa consecutiva, -9%. Resta però alta la propensione a investire: nel secondo trimestre quasi il 64% delle intervistate ha realizzato investimenti. Rapporto con le banche. La maggioranza (56,9%)  dei rispondenti ritiene la soddisfazione dei servizi ricevuti invariata e il 41,3% peggiorata. Il 53,5 ha registrato un peggioramento soprattutto dei tassi applicati al finanziamento dell’attività dell’azienda. Il 34,6% dei rispondenti ha avuto necessità di credito nel secondo trimestre, in aumento rispetto la scorsa rilevazione, che per il 50,7% dei casi è stato accordato e per il 12,2% no.

Commercio al dettaglio. Settore in sofferenza perché dipende pressoché interamente dalla domanda interna. Le vendite diminuiscono, sul tendenziale, di -5,5%. I prezzi di vendita aumentano del +1,1%, ma meno dei prezzi di approvvigionamento, che invece salgono del +2,1%. Cala anche, del -2,3% rispetto allo scorso anno, l’occupazione. Quasi il 55% dei rispondenti si aspetta vendite negative per il trimestre in corso, anche se il 55% ha effettuato almeno un investimento nel secondo trimestre, il 18,7% dei quali per Marketing e pubblicità e il 16% per la formazione del personale. Rapporto con le banche. La maggioranza (68,6%)  dei rispondenti ritiene la soddisfazione dei servizi invariata e per il 29,1% peggiorata (il 35% ha constato un peggioramento dei tassi d’interessi). Il 22,7% dei rispondenti ha avuto necessità di credito nel secondo trimestre, per il 65%, accordato e per il 12,1% non accordato.

Alberghi e pubblici esercizi. La tendenza a un peggioramento sul fatturato si conferma: -9% rispetto al 2° trimestre 2011. La crisi tocca soprattutto le imprese più piccole (fino a 9 addetti), le quali registrano un fatturato pari a -11,3%. La serie storica rivela una ciclicità molto probabilmente legata a fattori stagionali. Nonostante la situazione, l’occupazione è in lieve crescita (+1,1%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e il 59% delle intervistate ha effettuato investimenti. Rapporto con le banche. La maggioranza dei rispondenti pari al 65,9% ritiene che la soddisfazione dei servizi ricevuti è rimasta invariata e per il 33,4% è peggiorata, il 44,7% ha registrato un peggioramento dei tassi d’interesse. Negli ultimi tre mesi le esigenze di finanziamento ha interessato il 25,3% delle aziende, di cui il 50,4% (valore superiore all’ultima rilevazione) ha ricevuto il prestito per l’ammontare richiesto e il 31,9% non ha ottenuto il finanziamento richiesto.




 

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