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Crisi: "il 2013 non è stato l'anno della svolta, male anche il 2014"

Conferenza di inizio anno a palazzo Torriani. Tonon: "Non c'è stata l'uscita dalla recessione. Bisogna puntare sul manifatturiero. Nel 2014 in Fvg crescita dell'1 per cento"

"Il 2013 non è stato l'anno della svolta. Gli indicatori attestano l'uscita dalla recessione, ma il recupero, rispetto ai livelli pre-crisi, è ancora lento e non lineare. Per la prima volta, però, intravediamo una stabilizzazione; il 2014 deve essere il ‘nuovo campo base’ su cui ricostruire il nostro sistema industriale e manifatturiero". È il messaggio di fiducia che il presidente di Confindustria Udine Matteo Tonon ha affidato alla conferenza stampa di ‘inizio anno’ svoltasi a Palazzo Torriani. L'appuntamento è stato anche l'occasione per un'analisi della situazione economica nazionale e locale, e per individuare le azioni più appropriate dirette a rappresentare le esigenze e le prospettive del sistema industriale friulano.
 
La flessione dell'attività economica che ha caratterizzato la seconda recessione dovrebbe arrestarsi nel 2014 anche nella nostra regione, pur permanendo i riflessi negativi sul mercato del lavoro. L'economia del Friuli Venezia Giulia dovrebbe crescere dell'1% nel 2014, sulla base delle stime di Unioncamere-Prometeia, dopo il -1,2% del 2013. Secondo le previsioni, l'industria dovrebbe crescere dello 0,7%, l'agricoltura dello 0,1%, i servizi dell'1,1%, mentre le costruzioni rallenteranno la flessione (-0,4%). Il valore della produzione industriale in provincia di Udine, fatto 100 nel periodo pre-crisi, si è attestato nel 2013 a 76,5 punti, poco al di sopra di quei 75 punti che sono stati il punto più basso nel 2008.
 
“Ecco perché è "doppiamente necessario, a ogni livello, continuare ad affermare con forza il valore e la centralità del manifatturiero - ha avvertito Tonon -, il quale per svilupparsi è obbligato a intercettare nuovi flussi di domanda dai Paesi extraeuropei. Il mercato domestico e quello europeo continuano infatti a mostrare indici di instabilità. Da qui la necessità di agganciare nuovi mercati, impresa non facile considerando il tasso di cambio che non rende competitive le nostre imprese".
 

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