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Economia

Ripresa economica: in Friuli Venezia Giulia si accelera

La crescita per il 2021 del Pil regionale è stata rivista in ulteriore rialzo ad ottobre pari al +6,2%

Un'analisi dell'Ufficio Studi di Confindustria Udine stabilisce un rialzo di +6,2% sulla crescita del Pil in Friuli Venezia Giulia nel 2021. Si tratta di 0,4 punti in più rispetto alle stime di luglio e 1 punto in più rispetto ad aprile. «La revisione al rialzo – commenta la presidente di Confindustria Udine, Anna Mareschi Danieli - è dovuta all’impatto più contenuto della variante Delta del Covid, grazie anche all’efficacia e alla celerità della campagna vaccinale in corso, che ha reso possibile l’allentamento delle misure di contenimento del virus, migliorando così il clima di fiducia e riverberandosi sulle decisioni di consumo e di investimento».

Mareschi Danieli ha poi commentato le conseguenze dei fondi del Pnrr. «A partire dal 2022, inizieranno a dispiegarsi anche gli effetti del Pnrr, che contribuiranno a consolidare la ripresa, con una previsione di aumento del Pil regionale per il 2022 del 3,4% e del 2,6% nel 2023. Si tratta di ritmi elevati, se valutati in prospettiva storica. Ricordiamoci poi che una piena efficacia del Pnrr richiede il rispetto dei tempi e delle modalità di realizzazione degli investimenti e delle riforme in programma, senza le quali non si potranno affrontare i pesanti gap che caratterizzano il nostro sistema paese da almeno 20 anni, frenandone lo slancio competitivo». La previsione, per Confindustria Udine, è che il recupero del livello precrisi del Pil regionale si avrà dunque a metà del prossimo anno.

I dati

consumi delle famiglie, dopo il pesante crollo registrato nel 2020 (-13,4%), hanno mostrato una dinamica positiva a partire dal secondo trimestre del 2021 a seguito delle riaperture e segnato una ulteriore spinta nei mesi estivi grazie alle performance incoraggianti della stagione turistica. La propensione al risparmio, in larga misura forzata a causa delle restrizioni anti-Covid, si è attenuata nel corso dell’anno in corso, liberando risorse per la spesa.
«Gli investimenti – prosegue Mareschi Danieli - sono la componente più forte della domanda interna e il vero motore della ripresa. Sono previsti aumenti del 16,7% nel 2021 e del 7,8% nel 2022. Il recupero, iniziato già nella seconda parte del 2020, ha accelerato nella prima metà del 2021 portandosi oltre i livelli registrati prima della pandemia. Il contributo maggiore è venuto dagli investimenti in costruzioni, spinti dagli incentivi sulle ristrutturazioni e dagli investimenti pubblici, oltre che per le condizioni distese nell’accesso al credito». Quanto alle esportazioni dovrebbero risalire del 15,5% nel 2021 e di un ulteriore 6,8% nel 2022 per effetto della ripresa del commercio mondiale, della riattivazione delle catene globali del valore e degli investimenti delle imprese. Una leva fondamentale, quella del commercio estero, per il nostro tessuto produttivo, che come ben sappiamo è fortemente vocato all’export. 

Occupazione

L’occupazione, che lo scorso anno aveva tenuto in regione grazie anche al massiccio ricorso alla cassa integrazione guadagni, che il Governo aveva messo a disposizione in deroga alle regole che definiscono lo strumento ed estendendone l’accesso alla totalità di imprese e a quasi tutte le tipologie di lavoratori dipendenti, e al blocco dei licenziamenti, è stimata in leggera crescita. Il tasso di disoccupazione, sceso nel 2020 rispetto al 2019 a seguito della contrazione dei disoccupati dipesa dal calo della ricerca attiva di lavoro dovuta anche alle restrizioni alla mobilità, è previsto in risalita nel 2021, 6,1%, perché le buone prospettive economiche hanno indotto più persone a cercare un impiego. «Rammento che – aggiunge la presidente –, nonostante la pesantissima battuta d’arresto dell’economia nel 2020 e a dispetto del paventato tsunami occupazionale agitato in seguito allo sblocco dei licenziamenti, la nostra regione, unica in Italia, ha chiuso lo scorso anno con un saldo occupazionale positivo. Piuttosto, ad oggi resta molto difficile per le nostre imprese reperire le risorse umane di cui hanno bisogno».

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