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Economia

Covid nelle fabbriche, l'allarme: "Saltano i controlli"

L’emergenza soprattutto nel comparto della metalmeccanica e scoppia il problema dei tracciamenti

Forte aumento delle positività nelle fabbriche metalmeccaniche della provincia di Udine. Se in primavera, i casi di contagio all’interno delle aziende erano stati marginali, la seconda ondata del Covid non sta risparmiando neppure i luoghi di lavoro. Solo nell’ultima settimana nel comparto sono stati registrati oltre 60 casi di lavoratori positivi al Coronavirus fanno sapere dalla Cisl. Un dato riferito alle sole aziende in cui il sindacato è attivamente presente, per questo il rischio è che i numeri reali possano essere ben più alti.

Al momento, segnala il sindacato, le positività dipendono da contagi avvenuti fuori dall’ambiente di lavoro, e la trasmissione tra lavoratori fino ad ora è stata scongiurata grazie ai vari protocolli sottoscritti nei mesi scorsi sia a livello territoriale che a livello aziendale e alle misure di contenimento e contrasto lì previste.

“Tuttavia – spiega il segretario della Fim Cisl, pasquale Stasio – il vero problema che sta emergendo in maniera sempre più evidente è la totale mancanza di tracciamento da parte del Servizio Sanitario all’interno dei luoghi di lavoro nel momento in cui un lavoratore risulta positivo. È sempre più raro, infatti, che ai lavoratori positivi venga chiesto quale sia il loro luogo di lavoro e che conseguentemente le aziende vengano contattate”.
Ne consegue che la gestione del personale entrato in contatto stretto con il positivo venga lasciata totalmente in capo alle aziende, le quali decidono se lasciare a casa i lavoratori, senza la copertura dei congedi previsti dalla norma, ed effettuare tamponi, oppure continuare a lavorare.

“Questa situazione – incalza Stasio – è inaccettabile: è impensabile che la pandemia ed il tracciamento delle positività vengano lasciati al libero arbitrio e all’autogestione delle imprese, soprattutto le più piccole, che non riescono mai, se non in rarissimi casi, a sostituirsi al Servizio Sanitario Pubblico. Così ne va della salute di tutti".

“Come Cgil, Cisl, Uil provinciali stiamo definendo assieme a Confindustria, l’accordo per l’acquisto dei tamponi rapidi per mettere in sicurezza le aziende del territorio e i lavoratori: è chiaro che questa emergenza va contenuta il più possibile e l’accordo va in questa direzione, anche facendo scorta dell’esperienza dei protocolli sottoscritti i mesi scorsi sui dispositivi di prevenzione, che hanno consentito fino ad oggi la prosecuzione delle attività lavorative” aggiunge la coordinatrice della Cisl dell’Udinese e Bassa friulana, Renata Della Ricca.

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