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Economia

Pensioni, per la Cisl Alto Friuli c'è poco ottimismo

Il segretario Colautti: "Stiamo costruendo una generazione senza un futuro previdenziale. Solo il 15% dei lavoratori potenziali se ne sta servendo. Urge informazione e formazione"

I dati di adesione forniti nell’ultimo rapporto della Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione (Covip) lasciano poco spazio all’ottimismo: al 31 dicembre 2013 solo il 15% dei lavoratori potenzialmente interessati - 1.950.500 su circa 13.000.000, settore pubblico compreso - hanno aderito ad uno dei 39 fondi pensione negoziali attivi.
 
Gli iscritti sotto i 25 anni sono solo lo 0,9% del totale; Il 4,0% tra i 25 ed i 29 anni e l’8,3% tra i 30 ed i 34 anni: quasi l’87 % ha più di 35 anni. L’età media degli iscritti è di 45,3 anni ed il 65,5% è maschio. Da questi dati parte l’analisi del segretario generale della Cisl Alto Friuli, Franco Colautti.
 
“L’attuale, gravissima, lunga, situazione della disoccupazione giovanile avrà per questi cittadini una grave ripercussione anche sul fronte previdenziale – esordisce – ed un’intera generazione che non lavora, non ha reddito immediato e non avrà neppure un futuro previdenziale all’altezza delle aspettative misurate sulla condizione attuale dei genitori ma, neppure, adeguato alle necessità. A partire dagli anni novanta, consapevoli del cambiamento in atto nel welfare state – aumento dei versamenti contributivi a fronte di pensioni sempre meno generose – è stata lanciata la previdenza complementare quale pilastro per colmare il prevedibile differenziale negativo”.
 
Gli interventi sul sistema pensionistico succedutesi nell’ultimo periodo, da ultimo la legge Monti-Fornero hanno avuto solo obbiettivi di cassa – nel periodo 2013/2020 saranno circa 80 i miliardi di euro che verranno prelevati dal sistema previdenziale italiano – al di fuori di un quadro di riforma del sistema previdenziale attento alle nuove emergenze sociali. “Nonostante costruirsi una seconda pensione sia quindi una necessità inderogabile ed indifferibile trattandosi di uno strumento a capitalizzazione individuale – osserva Colautti - non troviamo, purtroppo, conferma nei numeri”.
 
Le cause sono da attribuirsi ad una scarsa informazione e alla poca conoscenza dello strumento alle quali poi si aggiunge l’attuale fase congiunturale con calo delle retribuzioni, il frequente “disimpegno” di somme per esigenze familiari, l’interruzione/sospensione dei versamenti, ecc.
 
“Occorre intervenire, e presto – ammonisce il segretario della Cisl Alto Friuli - sia con una pesante campagna formativa/informativa che con strumenti sia per incentivare l’adesione dei lavoratori – attraverso la bilateralità ad esempio – che per coprire i periodi di versamento discontinuo – attraverso interventi pubblici ad esempio contribuzioni figurative. Esempi di interventi spontanei in tal senso non mancano; vanno portati a sistema. Con la Piattaforma unitaria su Fisco e Previdenza, lanciata lo scorso 10 giugno, Cgil, Cisl e Uil, nel denunciare l’attuale, grave, situazione in cui versa il Paese, chiedono appunto al governo l’apertura di un vero confronto per un organico intervento sulla previdenza, in particolare per i giovani, e per una riforma del fisco a favore di lavoratori e pensionati”.

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