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Giovedì, 25 Aprile 2024
calo lavoro

Niente cassa integrazione ai dipendenti della Freud, costretti al "lavoro a chiamata"

Una situazione inverosimile denunciata dalla Uilm di Udine: "Ai lavoratori dell'azienda viene chiesto di usare ferie o permessi non retribuiti"

A ciusa di un calo di lavoro annunciato nelle ultime settimane, l'azienda Freud, Gruppo Bosch, con  stabilimenti a Pavia di Udine, Martignacco, Colloredo di Monte Albano e Fagagna, ha intrapreso una strada per gestire la situazione che la Uilm di Udine giudica paradossale. "La logica, la normalità avrebbe portato alla decisione di aprire una cassa integrazione guadagni per calo di lavoro imprevisto ed imprevedibile al fine di tutelare tutte le lavoratrici ed i lavoratori di Freud Spa - afferma il segretario generale Uilm Uil Udine Giorgio Spelat Invece no, la decisione inverosimile dell’azienda è stata quella di fornire un modulo da compilare ai singoli lavoratori chiedendo se preferivano stare a casa a dicembre con giornate di ferie in negativo (quindi da doverle recuperare nel 2023) oppure godere di permessi non retribuiti, cioè stare a casa non pagati dall’azienda al fine di coprire le giornate nelle quali non sarebbe stata effettuata la produzione".

Una situazione he porta al “lavoro a chiamata” per le lavoratrici ed i lavoratori dell'azienda. In pratica: "se ho lavoro ti chiamo altrimenti stai a casa non pagato. La modulistica fornita dall’azienda prevede che sia il lavoratore a richiedere tale applicazione, quindi scaricando la responsabilità della richiesta al lavoratore stesso, ossia... io azienda non ho lavoro ma sei te lavoratore a chiedere di rimanere a casa non pagato". Continua Spelat: "Neanche nei più famosi film di Totò si era arrivati a simili fantasie aziendali. Tra l'altro una azienda che non perde occasione per vantarsi del codice etico e dell’importanza dei propri collaboratori". Inoltre, da fine settembre, molti lavoratori somministrati da agenzie interinali sono stati lasciati a casa a dimostrazione delle difficoltà produttive esistenti. Secondo il sindacato: "questo non lascia buoni auspici per il 2023. Come Uilm abbiamo già diffidato l’azienda a proseguire su questa strada ed a trovare soluzioni alternative al fine di tutelare realmente le lavoratrici e i lavoratori della Freud considerando anche quello che sta succedendo riguardo all’aumento generale dei costi non solo energetici, causati dall’inflazione a due cifre".

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