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Economia

Calano le ore di cassa integrazione in Fvg: quasi 10 milioni in meno

Anche la provincia di Udine fa registrare una diminuzione, ma il crollo maggiore è registrato a Gorizia

A dicembre le ore di cassa integrazione guadagni autorizzate in Friuli Venezia Giulia sono state 1,8 milioni, portando il totale 2015 a 21,4 milioni, il livello più basso registrato dal 2010. Lo rileva la rielaborazione del ricercatore dell’Ires Fvg Alessandro Russo su dati Inps.

IL CONFRONTO CON IL 2014
Rispetto al 2014, quando venne superato il valore record di 31 milioni di ore (anche rispetto ai picchi degli anni Ottanta), la diminuzione è stata del 31,5% (quasi 10 milioni di ore in meno). Nel 2015 si osserva una diminuzione sia del ricorso agli interventi in deroga (-61,5%), sia di quelli straordinari (-28,6%), sia in misura minore della Cig ordinaria (-16%).

SEGNO + SOLO A PORDENONE
A livello territoriale la provincia che ha visto una riduzione più marcata del ricorso alla Cig è stata Gorizia (-49,6%); Trieste presenta al contrario la flessione più contenuta (-21,4%). Pordenone è invece l’unica (e una delle poche in Italia) che evidenzia un incremento delle ore di cassa integrazione ordinaria (+5,8% rispetto al 2014). Scendono sensibilmente le ore di Cig autorizzata anche nella provincia di Udine , con il -26,3% .
Complessivamente il Fvg è settimo nella graduatoria nazionale per numero di ore in meno rispetto al 2014, compreso tra Abruzzo e Piemonte.

Se si analizzano i principali settori, si rileva che la maggior parte delle ore di cassa integrazione sono state autorizzate in due comparti chiave dell’economia regionale, come la meccanica e il legno-arredo. Anche l’edilizia e il commercio presentano livelli particolarmente rilevanti, seppure in calo rispetto al 2014; in entrambi i settori nel 2015 sono stati raggiunti i livelli più elevati di Cig straordinaria dell’ultimo decennio.

IL COMMENTO
«La dinamica delle ore autorizzate di cassa integrazione – commenta Russo – può essere considerata come uno degli indicatori da monitorare per cogliere i segnali di ripresa, anche se occorre sottolineare che questi dati rispecchiano non tanto l’andamento dell’economia reale, quanto le aspettative a medio-breve termine delle imprese. Vi sono poi fattori legati agli interventi di politica economica che ne condizionano l’andamento, in termini di stanziamento dei finanziamenti e di cambiamenti nella normativa». 

Nell’ultima parte del 2015 ad esempio sono diminuite notevolmente le ore di Cigo, anche perché dal mese di novembre l’Inps ha disposto un blocco autorizzativo finalizzato all’allineamento delle procedure alle disposizioni normative introdotte dal decreto legislativo 148/2015. Tra le più importanti novità è stata ridotta la durata massima dei trattamenti Ordinari e Straordinari, che ora non possono superare i 24 mesi in un quinquennio (nel caso del settore edile 30 mesi); inoltre la platea dei beneficiari è stata ampliata agli apprendisti assunti con contratto di apprendistato professionalizzante.
Nel 2015 sono inoltre crollate le ore di cassa in deroga, anche perché tali interventi sono stati praticamente azzerati fino a maggio a causa della carenza dei relativi stanziamenti; si è verificata una ripresa solo a partire da giugno, quando in un solo mese sono state autorizzate più di 500.000 ore in tutto il Friuli Venezia Giulia. 
 

INDENNITA' DI DISOCCUPAZIONE
Per quanto riguarda infine i dati relativi alle indennità di disoccupazione, in Friuli Venezia Giulia nei primi 11 mesi dell’anno sono state presentate più di 42.300 domande, contro le 41.769 di tutto il 2014. Occorre ricordare che da maggio 2015 è entrata in vigore la "Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l'Impiego" (Naspi). Pertanto le domande che si riferiscono a rapporti di lavoro con data di cessazione fino al 30 aprile 2015 continuano ad essere classificate come Aspi o mini Aspi, mentre le domande che si riferiscono a rapporti di lavoro cessati a partire dal primo maggio 2015 sono classificate come Naspi. Tra maggio e novembre 2015 in Friuli Venezia Giulia sono state presentate più di 30.700 domande di Naspi, in Italia quasi 1,2 milioni.

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