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Economia

Le nuove partite Iva calano del 6,2% in Regione: è l'effetto jobs act

L'analisi è stata effettuata in base a dati dell'Inps e del Ministero delle Finanze rielaborati dall'Ires del Friuli Venezia Giulia

Calano le nuove partite Iva in regione. Se nei primi 9 mesi del 2014 se ne erano contate 6.591, nello stesso periodo di quest’anno se ne sono registrate 6.183, 408 in meno (-6,2%, in linea con la media nazionale). Lo rileva il ricercatore dell’Ires Fvg Alessandro Russo elaborando dati Inps e del ministero delle Finanze.

IL TREND A settembre c’è stato un lieve recupero: 664 nuove partite Iva in Fvg contro le 649 del settembre 2014. Il passivo gennaio-settembre si è accumulato essenzialmente nel primo bimestre (-560 unità). A livello territoriale la diminuzione maggiore ha riguardato la provincia di Trieste (-11,3%). Nel Nordest la flessione è stata di maggiore entità (-8,1%) rispetto alla tendenza regionale.

EFFETTO JOBS ACT «Le dinamiche negative – spiega Russo – possono essere state in parte condizionate dalle novità introdotte dal Jobs Act che, assieme agli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato, hanno favorito la costituzione di contratti di lavoro dipendente rispetto a rapporti di lavoro autonomo con partita Iva, come avveniva invece con maggiore frequenza nel passato.

LE NUOVE REGOLE Altro fattore la novità contenuta nella legge di Stabilità 2015, che ha introdotto un nuovo regime forfetario in sostituzione del preesistente regime fiscale di vantaggio, disponendo anche che le partite Iva in essere al 1 gennaio 2015 con il vecchio regime avrebbero potuto continuare a operare secondo tale modalità, ed è quindi probabile che molti soggetti abbiano anticipato l'apertura entro la fine del 2014 per mantenere condizioni più favorevoli.

IL BOOM DI DICEMBRE Non a caso il mese di dicembre 2014 aveva registrato oltre 1.400 nuove partite Iva in Fvg, il valore più elevato da gennaio 2013. L’intero 2014 aveva così segnato una crescita del 7% rispetto all’anno precedente, interrompendo la dinamica negativa del triennio 2011-2013.

IL CAMBIO DI ALIQUOTA Il regime di vantaggio in vigore fino al 2014 limitava infatti l’imposta al 5% degli utili dichiarati e poteva essere mantenuto per 5 anni, con l’eccezione dei soggetti giovani che, fino al compimento del 35° anno di età, potevano conservarlo anche oltre. Il nuovo regime, introdotto a partire dal 2015, può essere invece mantenuto senza limiti di tempo e fissa l’aliquota di imposta al 15% del reddito determinato forfetariamente sulla base di una percentuale dei ricavi/compensi che varia in base all’attività esercitata. Peraltro con il decreto cosiddetto “milleproroghe” (D.L. 192/2014) il vecchio regime è stato alla fine prorogato anche per il 2015.

I SETTORI Infine, per quanto concerne la natura giuridica, a livello nazionale il 75% delle nuove aperture nel 2015 ha riguardato le persone fisiche, che comprendono sia le ditte individuali che i lavoratori autonomi, inclusi i professionisti. Per quanto riguarda i settori ai primi posti si trovano: il commercio, le attività professionali, scientifiche e tecniche, l’agricoltura.

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