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Commercianti delusi dai saldi, in 4 su 10 chiedono di modificarli

Il dato è emerso alla presentazione del focus sul terzo trimestre commissionato da Confcommercio. Rallentamento della dinamica occupazionale e riduzione del livello dei ricavi mandano giù il sentment degli operatori della regione

Il terzo trimestre 2016 coincide con una preoccupante inversione di tendenza nel clima di fiducia tra le imprese del terziario del Friuli Venezia Giulia. Dopo due anni, il sentiment degli operatori della regione torna infatti a calare, fatto confermato da una parte dal rallentamento della dinamica occupazionale, che torna a diminuire pur restando il Fvg una delle regioni più attive in questo senso, dall’altra dalla riduzione del livello dei ricavi (giudicati in lieve calo rispetto alla prima metà dell’anno, complice anche l’immobilismo della domanda interna). 

È proprio la stagnazione della domanda che desta maggiore preoccupazione. Nel corso dei mesi estivi, le vendite al dettaglio hanno fatto registrare un sensibile calo, sia in valore sia in volume. Flessione imputabile prevalentemente ai prodotti non alimentari, frutto di un andamento altalenante della stagione dei saldi, al di sotto delle attese, evidenza che spinge il 42% degli esercenti ad auspicare una revisione dell’attuale sistema che li regolamenta.

Considerazioni e statistiche sono emersi nella sede della Regione di Udine alla presentazione dell’indagine congiunturale di Format Research sul terzo trimestre, commissionata da Confcommercio Fvg. Occasione anche per aggiornare la demografia delle imprese. In Fvg a fine 2016, informa il direttore scientifico della società di ricerca Pierluigi Ascani, si stima la nascita di 5.908 nuove imprese: 4.380 del terziario, 1.528 negli altri settori di attività economica. Allo stesso tempo si prevede la cessazione di 6.266 imprese: 3.953 del terziario, 2.313 negli altri settori di attività economica.

Il saldo tra nuove iscrizioni e cessazioni è dunque ancora negativo (-358 imprese, +427 nel terziario, -785 negli altri settori), ma la dinamica del fenomeno appare in rallentamento (il 2015 aveva fatto segnare un decremento del tessuto imprenditoriale della regione pari a -606 unità sull’anno precedente). Dal punto di vista territoriale, il saldo negativo tra iscritte e cessate risulta più marcato nelle province di Trieste (-121) e Udine (-117). A Pordenone la stima è pari a -82, a Gorizia si attesta a -38.

«Si tratta di una fotografia con dati contrastanti, ma con il terziario che continua a trainare faticosamente una ripresa che consideriamo in una fase di frenata – osserva il presidente di Confcommercio Fvg Alberto Marchiori –. Il calo della fiducia, dell’occupazione e soprattutto dei consumi conferma infatti che la realtà economica rimane di sofferenza, perdurando purtroppo fattori negativi come la pressione fiscale e la burocrazia. Questioni che purtroppo, mentre la Regione Fvg è impegnata a tutela delle Pmi, il governo non si sforza di risolvere». Quanto ai saldi, «è evidente che si impone una revisione del sistema. La nostra categoria abbigliamento farà in tal senso una proposta all’amministrazione regionale».

Indicatori generali
Tasso di fiducia sull’economia italiana: 42,4 (da 43) -0,6
Tasso di fiducia sulla propria attività: 45,5 (da 45,7) -0,2
Indicatore dei ricavi: 39,7 (da 41,8) -2,1
Indicatore della situazione occupazionale: 34,9 (da 35,6) -0,7
Indicatore della capacità finanziaria: 57,5 (da 56,7) +0,8
Imprese che hanno chiesto un fido: 28,4% (da 28,6%) -0,2%
Imprese che hanno visto accolta la propria richiesta: 47,0% (da 47,3%) -0,3%

Lavoro
Il 2016 fa segnare un decremento nelle assunzioni a tempo indeterminato rispetto al 2015 in tutte le regioni, dovuto principalmente al ridimensionamento degli sgravi legati al Jobs Act. Guardando al complesso delle assunzioni (tutte le tipologie di contratto), il 2016 vale il 10% in meno di quelle del 2015 (il Fvg registra un -8,1%, dato migliore rispetto alla media nazionale).

Consumi e saldi estivi
Nel mesi estivi del 2016 le vendite al dettaglio hanno fatto registrare un sensibile calo, sia in valore sia in volume. Tale flessione è imputabile ai prodotti non alimentari, le cui vendite scendono dello 0,5%. Rispetto al luglio 2015 le vendite sono calate complessivamente del -0,2% in valore e del -0,8% in volume. I dati sui consumi rispecchiano l’altalenante andamento della stagione dei saldi estivi 2016, chiusasi con esiti al di sotto delle attese iniziali. Lo sconto medio praticato dalle imprese del commercio al dettaglio del Fvg negli ultimi saldi estivi si è attestato attorno al 32% (in lievissimo aumento rispetto a dodici mesi prima) ed è risultato sostanzialmente invariato il numero di visite nei negozi rispetto alla passata stagione. In generale, gli esercizi commerciali hanno fatto registrare un piccolo decremento degli incassi (mediamente -0,3% rispetto ai saldi dell’estate precedente): tre negozi su quattro hanno registrato una media scontrino uguale a quella dell’estate 2015, solo il 4% ha riscontrato un incremento, oltre il 20% un decremento.  Alla luce di ciò, il 31% degli esercenti ritiene ancora utili i saldi così come regolamentati oggi. Di contro, il 43% riterrebbe utile una revisione dell’attuale sistema, mentre uno su quattro si mantiene su posizioni neutre (si tratta di posizioni comprensibili alla luce dell’andamento non positivo della stagione dei saldi). In uno scenario di questo genere, appare del tutto coerente il fatto che 4 imprese su 10 auspichino una “rivoluzione”, pur non esprimendosi circa le modalità e il senso che dovrebbero caratterizzare tale cambio di indirizzo. Allo stesso tempo il 35% delle imprese auspicherebbe che nel periodo dei saldi fossero impedite le vendite promozionali. Solo il 20% degli imprenditori auspicherebbe una liberalizzazione totale.

Fiducia e congiuntura
Il terzo trimestre 2016 coincide con una preoccupante inversione di tendenza nel clima di fiducia: indicatore da 43 a 42,4 da un trimestre all’altro. Si riducono non a caso i ricavi (giudicati in lieve calo rispetto alla prima metà dell’anno e con un outlook per la fine del 2016 sostanzialmente stabile, complice anche l’immobilismo della domanda interna) e rallenta la dinamica occupazionale.
Migliora invece il rapporto impresa-cliente per quanto concerne il rispetto dei tempi di pagamento (rallentamento del fenomeno riguardante i ritardi nei pagamenti). Preoccupa però la situazione relativa ai prezzi praticati alle imprese del terziario da parte dei loro fornitori, mentre buone notizie arrivano sul fronte della liquidità, con il consolidamento nell’area di espansione dell’indicatore relativo al fabbisogno finanziario delle imprese del terziario e una previsione di ulteriore miglioramento.

Credito
Resta stabile la percentuale di operatori che si recano in banca per chiedere credito (28,4%) e si abbassa leggermente la quota di quelli che ottengono risposte positive (da 47,3% a 47,0%). In questo senso, si assiste anche a un irrigidimento dei criteri ai quali il credito viene concesso (i tassi di interesse, dopo oltre tre anni di continuo miglioramento, sono giudicati stazionari, come anche le condizioni bancarie nel loro complesso).

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