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Economia Codroipo / Piazza Manin, 10

Le Confcooperative FVG vanno verso il rinnovo delle cariche

La cooperazione regge l'urto della crisi e in diverse situazioni si sotitutuisce a quelli che in passato erano compiti esclusivi di uno stato sociale che non esisterà mai più in futuro

Sabato 31 marzo, presso la Villa Manin di Passariano, con inizio alle ore 9.00, si terrà l’Assemblea elettiva di Confcooperative del Fvg. Ad ascoltare la relazione del presidente Franco Bosio, oltre che gli associati, vi sarà pure l’assessore regionale all’istruzione e alla cooperazione, Roberto Molinaro. Confcooperative Fvg associa 714 imprese regionali per complessivi 16.238 addetti. Abbiamo intervistato il presidente uscente.

«Una cosa interessante – esordisce Bosio – è che dai 14.542 occupati del 2006 siamo passati ai 16.238 del 2010. Un eclatante +11,7% registrato in anni pesantemente segnati dalla recessione economica, che ha colpito anche il movimento cooperativo regionale. La cooperazione ha dimostrato di saper attenuare gli effetti più gravi della crisi sul piano sociale e occupazionale – prosegue Bosio –, e ciò è avvenuto sia difendendo la propria base sociale e occupazionale, sia assumendo ruoli che fino a pochi anni fa erano appannaggio del welfare statale. Ovviamente, il perdurare di una così difficile situazione economica non lascerà indenne nemmeno le cooperative».

È sul ritardo nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione che puntano il dito le cooperative. Secondo i dati dell’Ufficio studi di Confcooperative, infatti, per il 34,4% delle cooperative il livello della liquidità è peggiorato nel corso degli ultimi mesi del 2011, e crescono pure i giudizi negativi rispetto al livello della domanda interna, al 33% nel terzo quadrimestre 2011, in crescita di ben 5 punti percentuali rispetto alla precedente rilevazione.

Infine emergono preoccupazioni anche sul fronte della domanda estera che, nel 2011, aveva sostenuto la performance del sistema Italia: l’ultima rilevazione del 2011 segnalava già un giudizio negativo sul fronte dell’export da parte del 33,2% delle imprese interpellate. «I cooperatori invocano quindi una tregua sul fronte degli spread bancari, sulla corsa dei costi di fornitura e sul ritardo dei pagamenti della Pubblica amministrazione - aggiunge il presidente di Confcooperative Fvg -. Aver creato quasi 2 mila posti di lavoro aggiuntivi in questi anni è una conferma dell’attualità del modello cooperativo».

Per le cooperative regionali il segnale è inequivocabile: utilizzare il modello mutualistico per spingere i lavoratori in via di espulsione dal mercato del lavoro ad avviare nuove attività economiche, sul modello della vecchia legge Marcora che, pur con i suoi limiti, ha consentito l’avvio di alcune positive esperienze. «L’interlocuzione con la Regione, affinché si concretizzi questo approccio innovativo, è già avviata e l’auspicio è che porti presto all’adozione di misure concrete», conclude Bosio.

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