Ingegneri a confronto: essere competitivi anche fuori regione

Visto il calo delle risorse pubbliche e in un territorio che non presenta più sovrabbondanza di opere edilizie ancora da realizzare, «gli ingegneri costruiscano le condizioni per essere competitivi anche fuori regione. Un peccato dover esportare know-how, più logico costruire qui le basi per poi lavorare in un contesto più ampio». Con questo appello il presidente dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Udine (1900 iscritti), Gianpaolo Guaran, ha concluso la sua relazione davanti a una partecipata assemblea nella sala Convegni di Confindustria. In tema di liberalizzazioni, per gli ingegneri, «altro che Casta», è un problema di eccesso, non di accesso.

L’incontro si è aperto con il ricordo commosso dei colleghi recentemente scomparsi e ha visto poi la consegna dei riconoscimenti agli ingegneri che hanno raggiunto i 50 anni di laurea e ai colleghi intervenuti a L’Aquila, tre anni fa, dopo il sisma. Nella relazione del presidente sono emerse le luci e le ombre che accompagnano la riforma delle professioni, la cui approvazione potrebbe slittare a fine anno. «Riteniamo positive le novità sul tirocinio interno all’Università, sull’assicurazione obbligatoria, sulla formazione permanente, anche se andranno evitate le perdite di tempo di corsi che danno crediti ma risultano, a conti fatti, inutili – ha osservato Guaran –. Siamo invece più critici sull’eccessivo peso che la riforma dà alle questioni disciplinari, sul fatto che la loro gestione venga sottratta ai consigli provinciali e sul mancato approfondimento del ruolo dell’Ordine».

Prima dell’approvazione del bilancio Guaran, che ha annunciato anche la prossima costituzione della commissione giovani all’interno del consiglio, ha infine anticipato un documento da consegnare all’assessorato regionale sui temi della legge sui lavori pubblici, dell’urbanistica, del Piano di gestione del territorio e in materia di Vea.