rotate-mobile
Economia

L'industria metalmeccanica friulana in crisi cerca di ripartire: i numeri

Metà delle imprese temono una perdita di competitività: a causa del locdown, il 75% delle aziende ha evidenziato un calo del fatturato maggiore del 20% rispetto all’anno precedente

Comet, Cluster della Metalmeccanica del Friuli Venezia Giulia, coordinatore del sistema Metalmeccanico Regionale e portavoce degli interessi di circa 3.800 imprese e di oltre 58.000 occupati, ha avviato un’indagine sulla situazione del comparto regionale. Il 75% delle realtà coinvolte ha subito un calo maggiore del 20%. Il Presidente Barel: “Dobbiamo ideare nuovi prodotti, servizi e implementare modelli di business innovativi. Le aziende devono mettersi in gioco, ma gli aiuti devono essere tempestivi”.

Il bilancio del periodo

A un mese dalla fine del lockdown è tempo di un primo bilancio per la filiera della metalmeccanica del Friuli Venezia Giulia. Ad indagare sullo stato di salute del comparto, che rappresenta il 48% delle aziende del manifatturiero regionale, il Comet, Cluster regionale della metalmeccanica.

Le imprese friulane

Ma qual è oggi l’identikit dell’impresa metalmeccanica friulana? Stiamo parlando di aziende che per oltre il 52% hanno un fatturato annuo inferiore ai 5.000.000 di euro e che, per il 42%, annoverano meno di 20 collaboratori. Un comparto dove, per numero, dominano piccole e medie imprese e dove solo l’1%, al 31 dicembre 2019, dichiarava una classe di addetti tra i 250 e i 499 dipendenti. Siamo in presenza di una galassia di piccole aziende, in un settore capital intensive, dove anche l’arresto della singola realtà può non solo danneggiare l’intera filiera, ma anche insidiare un effetto domino di incertezze per tutta l’economia regionale. Ecco perché qui la metalmeccanica gioca un ruolo cruciale ed ecco perché il Comet ha avviato un’indagine che ha coinvolto un campione di oltre 100 imprese, le cui risposte, tutte formulate in anonimato, hanno restituito una fotografia nitida della situazione attuale e degli effetti dell’allentamento delle misure restrittive iniziate lo scorso 4 maggio.

L'indagine

Durante il lockdown, 7 imprese su 10 sono state costrette alla chiusura ma il 64% di queste dichiara di aver riaperto i reparti di produzione entro 3 settimane da quel 22 marzo 2020 che rimarrà noto, nei libri di storia, come il giorno in cui l’Italia si è fermata.
Oltre il 43% delle aziende intervistate sta lavorando quasi esclusivamente su commesse acquisite prima del dilagarsi della pandemia. Le altre imprese lavorano su nuovi ordini dal mercato italiano che attualmente rappresenta il 53%, con il mercato Europeo a ruota a trainare l’export, con Berlino, Vienna, Parigi e Ginevra in testa. Situazione, questa, destinata a capovolgersi in favore dei mercati esteri secondo l’avviso dell’60% degli imprenditori intervistati. Ad oggi, però, l’unico dato certo è che il 75% delle aziende ha evidenziato un calo del fatturato maggiore del 20% rispetto all’anno precedente e solo il 13% vede un aumento degli ordini nel medio-lungo periodo. “Siamo in recessione: è innegabile - interviene Sergio Barel, Presidente del Cluster Comet - ma questo colpo, per quanto forte, non deve indurre a inutili isterie. Bisogna essere consapevoli, sì, ma proattivi e reagire”.

Le reazioni

E se l’unica certezza è l’accettazione di un’incertezza come risulta dall’analisi - dove metà delle imprese si dicono sicure di una perdita di competitività e l’altra metà fiduciose in una grande opportunità - è pur vero che c’è chi, al senso di precarietà, risponde con il dinamismo. Così il 5% degli imprenditori della metalmeccanica regionale ha già riconvertito il proprio assetto produttivo. Poco, ma un segnale che “eppur si muove”.

Tavoli di lavoro

Gli imprenditori chiedono un supporto agli investimenti non solo legati all’hardware – prosegue Barel - ma anche, e soprattutto, per acquisire nuove competenze capaci di avviare nuovi business”. Un desiderio di conoscenza già compreso dal Cluster Comet che, più di 45 giorni fa, ha avviato il progetto “RE-ACTION FVG”: tavoli di lavoro settimanali realizzati online, in collaborazione con McKinsey, che vedono la partecipazione di consulenti, imprenditori, manager e figure di spicco del mondo accademico e dell’industria italiana. Ed è proprio il carattere pragmatico di questi webinar, grazie alla testimonianza di imprese che già hanno apportato cambiamenti strategici e
organizzativi, che si sta avendo un forte coinvolgimento delle imprese della metalmeccanica friulana e una progressiva apertura a nuove strategie.“Servirà ideare  nuovi prodotti, servizi e implementare nuovi modelli di business", ha concluso fiducioso Barel quando ha sottolineato come, grazie a RE-ACTION, siano già nati 8 gruppi di lavoro. Un lume di speranza in questa prospettiva di incertezza, ma Barel avverte: “Il supporto serve subito, per non rendere vane le azioni che le imprese hanno avviato sin da subito”.

Chi è Comet

Comet – Cluster della Metalmeccanica del Friuli Venezia Giulia - svolge il ruolo di coordinatore del sistema Metalmeccanico Regionale, in particolar modo delle imprese operanti nella meccanica, termoelettromeccanica, componentistica, materie plastiche, metallurgia e produzione di macchinari.
Un Cluster che rappresenta circa 3.800 imprese, oltre 54.000 occupati e 5,8 miliardi di euro di export. Il più importante in Friuli Venezia Giulia, considerato che il 48% delle Imprese del manifatturiero in regione opera nel settore delle Metalmeccanica. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'industria metalmeccanica friulana in crisi cerca di ripartire: i numeri

UdineToday è in caricamento